di David Colzi. Ph: Foto Olympia
giugno 2025
Incontrare Giacomo Magazzini è abbastanza difficile, e non perché sia una persona schiva o non disponibile al dialogo, ma perché è sempre in giro per l’Italia a promuovere la sua azienda “Creole” (si pronuncia Creòl, alla francese), che da venticinque anni è sinonimo di biancheria di alta qualità per la casa.
La sua carriera di imprenditore è iniziata nel lontano 1979, a ventun’anni, seguendo le orme del babbo Alido che gestiva dei negozi in nord Italia, vendendo biancheria per la casa. «Ma a me non piaceva restare chiuso fra quattro mura» dice Magazzini, «perciò decisi di mettermi in proprio, iniziando a produrre biancheria per la casa, anziché venderla e basta come faceva mio padre». L’intuizione fu giusta e le soddisfazioni iniziarono da subito. Nel 1980 nacque “Magazzini di via Magazzini”, che nel volgere di pochi anni divenne un brand presente anche nelle fiere di settore, tipo quella di Milano, di Francoforte, di Mosca o di Dubai. Così fra Italia ed estero i vari grossisti vennero riforniti di prodotti Made in Quarrata. Si potrebbe dire che il destino dei Magazzini era già segnato, essendo la famiglia originaria della frazione di Casini, famosa per quel comparto produttivo.
Per arrivare a 45 anni di attività però non basta la voglia di lavorare, ma serve intuizione e creatività, perché un imprenditore si valuta sul lungo raggio, da come riesce ad orientarsi in base ai cambiamenti del mercato. E tutti noi sappiamo che la crisi del tessile, a inizio millennio, ha scompaginato completamente assetti dati ormai per assodati, complice la comparsa di aziende orientali, dai comportamenti non sempre corretti. Prato ne sa qualcosa…
C’è stato un episodio preciso che le ha fatto capire che il mondo stava cambiando irrimediabilmente?
«Sì» ammette. «Sul finire degli anni ’90 mi trovavo in Arabia Saudita da un cliente, e vidi che aveva delle scatole con sopra il marchio “Magazzini di via Magazzini”; però non erano state spedite dall’Italia ma dalla Cina!»
Il nuovo secolo si preannunciava un Far west.
«Già. L’arrivo massiccio di prodotti cinesi ha cambiato completamente le regole, rendendo la concorrenza impraticabile. Altro danno per noi fu l’arrivo degli imprenditori turchi, le cui aziende venivano fortemente aiutate dallo Stato, abbattendone i costi. A quel punto, per non rimanere schiacciati, decidemmo di rivolgerci ad un target alto anziché alla famiglia tradizionale. Per segnalare il cambio di passo, creammo nel 2000 il brand “Creole”. Questa scelta ci ha premiati e nonostante i tempi d’oro degli anni ’80 non siano più tornati, oggi lavoriamo con molta soddisfazione in tutta Italia, in particolare al nord».
Altra intuizione vincente di Magazzini è stata quella di eliminare l’intermediazione del grossista, andando direttamente a proporre il marchio quarratino. Con questa formula “Creole” oggi rifornisce duecentoottanta clienti sul territorio nazionale. Per fare tutto questo l’azienda si avvale di uno staff di nove persone a cui si aggiunge la rete vendita, composta da otto agenti monomandatari, oltre al titolare. Fino a qualche anno fa, Giacomo poteva contare anche sulla moglie Yvonne, oggi felicemente in pensione.
Dal letto, al bagno, alla tavola, l’azienda quarratina offre biancheria con una qualità artigianale assoluta, che parte delle materie prime, passa dalla grammatura fitta della trama e si conclude con la cura della realizzazione. La produzione è principalmente toscana, e usando solo lino, cotone, percalle e raso di cotone, vengono garantiti prodotti termoregolatori e naturalmente anallergici. Insomma nulla è lasciato al caso e persino i motivi stampati sono ideati internamente. «Solo i tessuti grezzi li acquistiamo fuori dall’Italia, perché oramai nel nostro Paese nessuno ci può offrire questo tipo di produzione ed è un vero peccato» precisa Magazzini.
La vostra tipologia di clienti è sempre la stessa dal 2000?
«Qualcosa sta cambiando, soprattutto nei giovani, a cui non interessa più fare il corredo, ma avere pochi prodotti buoni, che resistono al tempo, alla lavatrice e all’asciugatrice delle quali non possiamo più fare a meno. Pensando anche alle giovani coppie abbiamo realizzato una linea con il procedimento “stone washed”, che rende superflua la stiratura».
Quarantacinque anni in giro per il mondo sono tanti: cosa la trattiene dall’andare in pensione?
«La passione per un lavoro che in fin dei conti mi sono inventato io. Poi mi piace stare in contatto con le persone. Pensi che ho clienti che mi seguono dagli anni ’80! Aziende giunte alla seconda generazione che continuano ad accordarmi la loro fiducia… come potrei ritirarmi?» conclude sorridendo Giacomo Magazzini.