Nicola Damiani – il “Frustalupi” di Quarrata

Nicola Damiani – il “Frustalupi” di Quarrata

di Luciano Tempestini

giugno 2025

Ancora una volta torniamo a parlare di nostri concittadini che da giovani sono stati calciatori di belle speranze, ma poi hanno scelto di rinunciare ai propri sogni di gloria per dedicarsi più concretamente ad una carriera lavorativa. Chi ci segue sulle pagine di Noidiqua saprà che abbiamo raccontato tante storie simili ma diverse, di uomini che non sono diventati campioni di calcio, ma lo sono stati nella vita.

Stavolta tocca a Nicola Damiani, babbo di Davide, giovane cantante e speaker radiofonico nazionale, di cui questo giornale si è occupato più volte. Nicola, originario di Dogliola in provincia di Chieti, arrivò a Quarrata nel 1965, a sette anni, con la mamma, accolto dallo zio Nicola Monaco, che fece le veci del padre naturale, trasferitosi in Sud Africa quando lui non era ancora nato. A Quarrata si appassionò subito di calcio, unendosi ai ragazzini che disputavano le loro partitelle nelle piazze polverose o nelle aie fra le case, con il rischio, molto concreto, di vedersi bucare il pallone dai contadini, quando volava inavvertitamente negli orti. Va infatti ricordato che in quegli anni, non c’erano molti campi regolari dove giocare e quindi ci si arrangiava. Si pensi ad esempio che realtà strutturate come l’A.C. Vignole oppure l’A.C. Ferruccia, non avevano un posto dove allenarsi, quindi si spostavano a Casalguidi, Bottegone, Pontelungo o Pistoia. Unica eccezione era l’A.C. Quarrata del presidente Arzelio Belli che poteva contare sul campo comunale (l’attuale stadio Raciti).

La svolta per Nicola avvenne quando entrò nella U.S. Montemagnese, nel 1969, di cui era socio lo zio Monaco. Qui si fece subito notare per le sue qualità e benché giovanissimo, divenne in breve una mezza punta di valore, capace di finalizzare il gioco per gli attaccanti, arrivando anche a fare dei bei goal. Il suo cavallo di battaglia erano le punizioni ad effetto, che gli valsero il soprannome di “Frustalupi”, in omaggio al giocatore dell’Inter, Mario Frustalupi appunto, allora considerato un eccellente sportivo, specialista in quel tipo di prodezze. Nel 1971 Nicola approdò nel Quarrata calcio, e nel giro di pochissimo le sue capacità vennero notate oltre Quarrata, tanto che arrivarono le prime richieste di trasferimento. La più prestigiosa provenne senza dubbio dalla Pistoiese, la cui prima squadra militava in serie C. Lui era allettato dall’offerta e il professionismo a quel punto sembrava a portata di mano, ma in quel periodo il presidente Belli gli offrì la possibilità di entrare a lavorare alla Cimot, di cui era titolare. Così trovandosi davanti al famoso bivio, comune a molti giovani di allora (e di oggi), fra sogni di gloria e sicurezza economica, pensò che fosse meglio imparare un mestiere, dividendosi fra lavoro e sport, e praticando quest’ultimo solo il fine settimana. Insomma, “il suo treno passò”, come si usa dire, ma lui non ci salì sopra. Però non si è mai pentito della scelta fatta.

Comunque, un vero fuori classe si vede non solo nello sport ma in tutto quello che fa, e appena maggiorenne, Nicola si mise in proprio come tappezziere e in soli tre anni riuscì a comprarsi addirittura casa. Quanti giovani di oggi riuscirebbero in questa impresa? E’ proprio il caso di dirlo: erano altri tempi! Da lì in poi la sua vita si incanalò nel verso giusto. Conobbe la sua futura moglie, Rossana e poi dalla loro unione, nel 1988 nacque il loro figlio, il già citato Davide. Attualmente Nicola è titolare del negozio di arredamenti Armonia di via Montalbano, dove può contare sull’aiuto della moglie Rossana.

Prima di concludere questo nostro articolo, vi vogliamo raccontare un piccolo aneddoto, per farvi capire, quanto sia stato davvero un giocatore di talento. Siamo negli anni ’70 e il nostro calciatore militava nel Lucciorio, una delle formazioni amatoriali di allora che disputavano il “Palio dei rioni” di Quarrata. Durante la semifinale, a pochi minuti dalla fine, sbloccò il risultato grazie ad un tiro ad effetto su punizione da fuori area. Lanciò un bolide che scavalcò tutta la difesa avversaria schierata davanti alla porta. Chi era presente ancora si ricorda quel goal da Maestro, proprio alla Frustalupi… o alla Maradona, se preferite.

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