Nicola Scaraggi – Giaggi DJ

Nicola Scaraggi – Giaggi DJ

di Marco Bagnoli. Ph: Foto Quore

settembre 2025

Per ventisette anni Nicola Scaraggi ha avuto un bar, il Bar Gelateria Europa a Santonuovo, fino al 2016. Oggi fa il rappresentante di caffè, tanto per restare sempre in argomento. Eppure, la fragranza robusta di un’Arabica o di una miscela dal Brasile non sono le sole cose dure a morire. Mentre ne parliamo, a Nicola viene il sorriso ricordando il pallone, e la musica. Il gioco del calcio si sa, è alla portata di tutti, e in tanti ce la fanno ad andare avanti negli anni; poi, quelli che emergono sono bravi davvero. Nicola aveva dalla sua un’indubbia passione, ma per i campionati veramente importanti non aveva forse i piedi giusti. Fece il provino nella Pistoiese quando era ragazzotto, e poi tutta la trafila coi colori del Quarrata, nelle giovanili, per diventare appunto uno dei tanti. L’importante è aver giocato, diciamo Noi.

E la musica? La musica è quella cosa che senti forte e che ti porti dentro. Anche oggi, anche quando sono gli Anta passati e ancora non se ne ha abbastanza. Nicola vive la musica come quando era un bambino, a nove-dieci anni, eravamo alla fine degli anni Settanta e tutto era bellissimo. Nicola ascoltava Radio Rombo, di Quarrata, nell’epoca delle radio piene di accordi, ritmi e melodie, soprattutto la notte. C’era tutta la musica italiana, da Rino Gaetano fino alla Disco Music, un momento felice per essere piccolo e scoprire un mondo pieno di colori. E forse oggi, con tutto quello che hanno in più i ragazzini, sono meno fortunati. Suo fratello Piero suonava la chitarra, era bravo, e negli anni si è visto in giro a fare piano bar. Nicola è come se avesse preso appunti, avesse scelto quello che voleva fare – e poi lo ha fatto davvero.

Cominciò da piccolo a creare delle compilation su audiocassetta, utilizzando due mangianastri nella sua cameretta, facendo anche un po’ lo speaker come gioco. In questo modo, all’improvviso, era diventato la persona più richiesta alle feste dei suoi amici, non perché ballava come Tony Manero, ma perché faceva ballare tutti gli altri: era quello che metteva i dischi, il motore della serata. Tutta questa sua maestria, e tutta imparata da solo, non l’ha mai portata in giro per locali, gli bastavano giusto le feste del suo giro, e andava bene così. A dire il vero un po’ ci aveva provato a far girare il suo nome per qualche agenzia, ma senza risultato. Davvero?… Un bel giorno del 2003 o 2004 viene contattato per suonare alla discoteca Antella. La prima reazione fu un po’ di panico. Era un posto da 6-700 persone. Ma era quello che voleva, no?, gli diceva un suo caro amico, Tomaso Azara, anche lui DJ, poi scomparso alcuni anni fa. Si, è vero, era quello che aveva sempre desiderato. E lui fu bravissimo, competente e coinvolto come sempre, come mai prima, forte anche della sua collezione di vinili in costante crescita, dai ‘70 agli ‘80, fino agli anni ‘90.

Da allora il giro delle feste private, magari dei matrimoni, ha continuato a tenerlo a galla, e Giaggi DJ, come si faceva chiamare, non si è più fermato. E come è naturale, Giaggi DJ è scivolato nella transizione dall’analogico al digitale assoluto di oggi, che consente di “giocare” allo stesso tempo con audio e video, collegandosi a uno schermo. Ma a questo punto della storia, come diceva Hitchcock, ci vorrebbe una svolta, un “twist”. E infatti: a distanza di anni torna in contatto con un suo vecchio amico degli anni ‘80, Massimo Ferrari, Max DJ. Massimo è un più grande di Nicola, fa il DJ da una vita, e di locali ne ha girati tanti. I due si rincontrano e decidono di mettere su un duo, un duo di DJ, Max & Giaggi, appunto. A questo punto la storia finisce e inizia la cronaca. I due mixano le rispettive competenze, offrendo al pubblico un insieme di musica, ovviamente, ma anche di video sincronizzati, e di schermate coi testi della canzoni che suonano, così che le persone del pubblico cui viene dato il microfono possano cantare assieme alla voce originale del brano. Insomma, una sorta di “non-Karaoke”. Quando si ha una passione dentro, si resta come la prima volta che siamo stati coinvolti e sconvolti da quel qualcosa che ancora ci avvince. Si resta bambini, si resta i ragazzi che siamo stati. E lo siamo ancora, perché una passione che ti smuove ti mantiene giovane. Non sono tutte stupidaggini, è la verità.

Se chiedi a Giaggi DJ se si stancherà prima a smontare l’impianto un’altra notte, oppure a suonare le sue playlist, la risposta è semplice: lui non ne avrà mai abbastanza della musica, ma anche tutto quello che circonda l’allestimento di un set resta pur sempre un gioco che vale la candela. E chi sono quelli che non si stancano mai di giocare? I bambini, giusto? Poi certo, alla fine crolli, ma tanto sogni – e sogni la musica.

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