Tomaso Azara

Tomaso Azara

di David Colzi

dicembre 2009 


Il suo percorso musicale?
Inizia a metà anni ’80 suonando il basso; nel 1987 sono entrato nel mio primo gruppo, i Glomming Geek con cui ho suonato fino al 1992. Così ho girato tutta l’Italia in concerto, realizzando anche due album e un singolo. Poi mi sono “innamorato” della musica elettronica e della tastiera, e ho preso parte al gruppo Cosmic Woop Domain con cui sono arrivato in finale all’Arezzo Wave nel 1998. Dal 2000 canalizzo tutte le mie energie musicali realizzando brani per installazioni artistiche, performance e colonne sonore. Come avrà capito sono molto curioso e mi piace molto la ricerca e la sperimentazione.

Però suona ancora in un gruppo…
Vero. Da circa un anno suono in un nuovo gruppo, I Davoli, all’interno dei quali suono il basso, il mio primo amore!

 Per lei cos’è la musica?
Fino all’età di 25 anni sono stato un semplice appassionato di musica senza suonare nessun strumento; pensi che il primo concerto l’ho visto a 14 anni, ed era Patty Smith allo stadio di Firenze. 
Quindi sia come ascoltatore che come musicista, vivo con questa Arte da tutta la vita. La musica è ciò che mi fa stare bene, ciò che mi trasmette emozioni.

 Com’è la scena musicale dalle nostre parti?
C’è tanta gente che suona, molto di più di quando ho iniziato io e questo è molto positivo. Altra cosa da sottolineare è che soprattutto i giovani sono tecnicamente molto preparati; prima c’era più voglia di sperimentare mentre oggi ci si dedica di più a specializzarsi con il proprio strumento. Insomma c’è un bel movimento!

 E poi c’è stato anche il Music Up dove lei ha fatto parte della giuria tecnica…
Altra bella iniziativa per i quarratini e non solo; anche lì tanti giovani musicisti preparati.

E gli spazi per suonare?
Il problema è sempre esistito da queste parti. Va detto che non si può sempre chiedere alle amministrazioni comunali; ci vorrebbero anche privati disposti ad investire in sale prove, o comunque in spazi dove i gruppi possano suonare live, conoscersi fra di loro ecc… Non va sottovalutato l’aspetto culturale della musica, che crea interesse e aggregazione nei giovani, impegnandoli in qualcosa di più gratificante che starsene in giro senza far niente.

 E per la cultura in generale com’è la situazione dal suo punto di vista?
A Quarrata ci sono artisti, scrittori, poeti, associazioni culturali, fra queste i miei amici dei Cervelli in Tempesta, che dimostrano quanto la nostra comunità è energica, vitale. Certo anche in quel caso qualche spazio in più non guasterebbe.

 E’ vero che collabora anche con l’estero?
Ho concluso da poco una collaborazione con un musicista francese; a me piace molto misurarmi con altre realtà oltre quella italiana, per poter crescere musicalmente. In questo caso aiuta molto internet che permette di comunicare a livello globale.

 Ricapitolando: lei è bassista, tastierista e anche deejay. Giusto? 
(sorride) Vero, sono anche deejay per passione. Tutto è iniziato nel 2003 quasi per scherzo, grazie ad un mio amico che mi ha spinto a provare. Sono sempre felice nel vedere che la gente si diverte quando metto i dischi; per me questa è stata una vera scoperta.

 Un pensiero per i giovani?
Viva la musica, viva la creatività! Dico a tutti i giovani che si avvicinano a questo mondo di non spaventarsi alle prime difficoltà (che sicuramente ci saranno). Da un punto di vista professionale sarà un percorso faticoso specialmente per chi, come me, ha sempre lavorato e fatto il musicista. Ma alla fine la soddisfazione di fare un disco o suonare di fronte ad un pubblico, ripagherà di tutto.

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