Franco Magni – il nostro “becchino” va in pensione

Franco Magni – il nostro “becchino” va in pensione

di Massimo Cappelli

marzo 2025

Chi è che non conosce Franco Magni? Credo che molti abbiano conosciuto la sua gentilezza e la sua disponibilità, ahimè, proprio nel momento del dolore per via della perdita di un congiunto. Sono anche convinto che lui, quando ha potuto non si è mai risparmiato di fare piccoli favori o dare a tutti informazioni preziose.

La mia conoscenza con Franco però parte da lontano: da quel mese di aprile del 1958, come mi hanno sempre raccontato i miei genitori, da quando ci trasportarono insieme, in una incubatrice, dal reparto maternità dell’Ospedale del Ceppo al Meyer di Firenze. Entrambi probabilmente nati prematuri, i medici dissero rispettivamente alle nostre mamme: «Quasi sicuramente il bambino non ce la farà, ma anche se non dovesse morire resterà grullo tutta la vita». E noi, tutte le volte che ci si vede… esclamiamo: «Menomale non siamo morti!» Ovviamente sto scherzando, ma scherzi a parte, ricordo che Franco da ragazzo prima di lavorare in Comune, andava con suo babbo Marino e con il socio Martino Martini, camionisti, a Roma, a consegnare mobili e divani. Nel 1978, quando aveva vent’anni, qualcuno gli propose anche un posto in un Ministero, ma lui non se la sentì di abbandonare la sua Quarrata e non accettò. Ma Roma gli è rimasta sempre nel cuore, e grazie alla sua grande memoria, ha in testa l’intera mappa topografica della capitale, conoscendo a memoria tutte le vie, le intersezioni, i punti di partenza e di arrivo, da e per, i monumenti più importanti della Città Eterna. Questo gli ha consentito anche di fare da Cicerone a delle scolaresche in gita. Mentre quando era lui uno studente ricordava (e sicuramente ricorda ancora) quasi tutte le capitali delle nazioni del mondo. Questa sua memoria gli è servita anche nel suo lavoro per aiutare le persone a cercare e trovare una tomba nei cimiteri di Quarrata e delle sue frazioni. Lo abbiamo invitato in redazione per fargli qualche domanda.

Da quanto tempo lavori ai cimiteri?

«Sono dipendente comunale dal 1988, andavo dietro, in pedana, al camion dei rifiuti a prendere i cassonetti. Quando un giorno, l’allora sindaco Stefano Marini, nel mese di marzo del 1992, mi disse: “Franco, bisogna che ti mandi là, mi ci vuole uno fidato”».

Cosa ti ha insegnato in tutti questi anni il tuo lavoro?

«La definirei una missione, più che un lavoro, perché è difficile che sia passata una settimana dove non mi abbiano toccato la pietà, la benevolenza verso gli altri e soprattutto l’empatia. Tutti questi anni di lavoro mi hanno insegnato a portare rispetto e a calarmi nel dolore degli altri, aiutando e sostenendo le persone che hanno perso i loro cari».

Ti è mai capitato di commuoverti?

«Certo, per esempio quando ho dovuto seppellire i parenti o gli amici, tante volte dopo il servizio mi sono messo da parte e ho pianto, prima della professione hanno prevalso i sentimenti».

NoiDiQua entra in 9.600 case di Quarrata, cosa vuoi dire ai tuoi concittadini?

«Voglio ringraziare tutti perché mi hanno sempre voluto molto bene. Spesso mi hanno fatto i complimenti dopo una sepoltura facendomi sentire la loro vicinanza anche nel momento del loro dolore più profondo. Spero che i cimiteri restino sempre in ordine come io e i miei colleghi in tutti questi anni li abbiamo tenuti: come giardini. Queste non sono parole mie, ma ciò che mi hanno sempre detto i cittadini».

Lo speriamo anche noi… di qua, e molto probabilmente, chissà, può darsi che anche loro… di là, se possono intercedere, faranno del loro meglio perché l’Amministrazione comunale trovi una persona degna di portare avanti il lavoro (anzi, la missione) che Franco Magni ha perseguito per trentatré anni. Intanto io e la redazione gli facciamo tanti auguri sinceri per una vita piena di meraviglie dopo il pensionamento.

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