Raccontiamo il nostro “boom”

Raccontiamo il nostro “boom”

di Giacomo Bini

settembre 2019

Finora la memoria e la storia locale, anche quella della piana, ha raccolto giustamente testimonianze e racconti orali soprattutto del periodo della seconda guerra mondiale e della resistenza, ma secondo noi è giunto il momento di iniziare a farsi raccontare dai più anziani anche il periodo del dopo-guerra e in particolare quello degli anni del cosiddetto “miracolo economico” italiano.

L’anno cruciale del “boom” fu il 1959, che è distante ormai sessant’anni e le persone che allora avevano vent’anni ora ne hanno ottanta, quindi è proprio questo il momento di indurle a raccontare le loro esperienze di quell’epoca, quando abbandonarono i campi e andarono in fabbrica o si misero un telaio in casa, quando si costruirono la casa e sorgevano cantieri dappertutto e i ragazzini si divertivano buttandosi dai terrazzi delle case in costruzione sui mucchi di rena sottostanti. Se non si raccolgono ora quei racconti finiremo per rimpiangere tra qualche tempo un’occasione perduta. Occorre farlo con avvedutezza e criteri scientifici, ma un progetto di “Voci della memoria” sugli anni del “boom economico”, diciamo dall’immediato dopoguerra fino al 1963, va assolutamente lanciato. Per richiamare in modo approssimativo quale straordinaria trasformazione avvenne in quegli anni, basti ricordare che dal 1959 al 1963, il Prodotto Interno Lordo aumentava in Italia al ritmo del 6% l’anno, le famiglie in possesso d’un frigorifero passarono dal 13 al 55 per cento, quelle provviste di apparecchi televisivi dal 12 al 49 per cento, molti firmando cambiali per comprarsi la 600 o la 500 e il numero di automobili in circolazione triplicava, passando da una ogni 24 italiani a uno ogni 11. Girava più danaro e i salari aumentavano del 6 per cento. Lo scrittore Luciano Bianciardi intuì la tendenza consumistica parlando di “epidemia del sabato” che contagiava le donne milanesi manifestandosi con “il tic del borsellino”, cioè la mania di comprare di tutto, svuotando i negozi.

Il 1959 è l’anno del premio Nobel per la letteratura a Salvatore Quasimodo e per la fisica a Emilio Segré, ma anche quello dell’elaboratore elettronico Elea 9003 disegnato da Sottsass per gli stabilimenti Olivetti, e dell’inizio dei lavori, a Ispra in ambito Euratom, del primo reattore italiano. E’ anche l’anno in cui Adriano Celentano trionfa al Festival rock di Ancona e guida le classifiche con “Il tuo bacio è come un rock” mentre Canzonissima era condotta dal terzetto Delia Scala, Nino Manfredi e Paolo Panelli. Iniziava lo Zecchino d’Oro del Mago Zurlì ed esordì con un 45 giri la coppia Giorgio Gaber – Enzo Jannacci (24 ore/ Ehi! Stella). Da noi si andava a Prato a lavorare in bicicletta e i bambini facevano i cannelli prima dei compiti di scuola. Insomma, è un periodo da raccontare.

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