di David Colzi
settembre 2025
Che il calcio sia soprattutto “passione” è qualcosa di assodato, e si sente dire da chiunque indossi le scarpe con i tacchetti, anche solo per fare la partitella la sera dopo cena. Ma nel caso di Aldo Angioli e Cristofaro “Tonino” Muraca, dovremmo trovare un sostantivo più efficace e significativo, dato che alla bella età di ottantanni (“Tonino” in verità ne ha settantanove ndr), continuano a tirare calci al pallone. O meglio: Aldo continua tutt’ora e non intende smettere, mentre il suo compare ha appena appeso le scarpe al chiodo. Noi siamo andati a trovare questi due amici storici, nella frazione di Santonuovo dove abitano e, guarda caso, ci siamo trovati davanti a due arzilli nonnetti pronti a raccontarci la loro storia, che poi si intreccia indissolubilmente con la creazione del campo da calcio dietro le scuole elementari. Aldo è stato un fiume in piena fra ricordi e risate, mentre “Tonino” è rimasto più pacato; d’altronde le coppie più durature sono quelle che si compensano a vicenda, giusto?
Loro si sono conosciuti intorno ai primi anni ’70, quando frequentavano un gruppo di giovani al bar della chiesa di Santonuovo. Questa comitiva, unita dalla passione per il pallone decise di incontrarsi anche al di fuori dei tavolini del bar, per fare qualche partitella in amicizia. Già, ma dove andare? All’epoca, nei dintorni, non c’era niente e questi ragazzi dovettero improvvisare fra campi incolti e trasferte in zone limitrofe. Poi, nei primi anni ’90, decisero di ritagliarsi uno spazio tutto per loro dietro casa. Così andarono a bussare alla fattoria dei Poggi Banchieri per chiedergli di poter usare un loro appezzamento di terreno, che si trovava dietro la scuola elementare. «A questo punto va citato Giorgio Innocenti, ex geometra del Comune, che frequentava la nostra compagnia. Lui è stato fra i più convinti sostenitori di questo piccolo progetto e si è dato molto d’affare perché si realizzasse» precisa “Tonino”.
Come ricordano bene i nostri senior, il primo anno fu molto impegnativo, perché il terreno messo a disposizione era pieno di dislivelli ed erbacce. «Lavoravamo con attrezzatura non professionale» ricorda Aldo «quindi la fatica era doppia. Comunque alla fine ottenemmo un bel campo che, per dimensioni, era quasi uguale ad uno regolamentare. Il risultato fu talmente soddisfacente, che venivano a giocarci anche da fuori Quarrata. E qui dobbiamo rammentare l’amico Mario Ciabatti, fra i più attivi custodi di quello spazio verde».
Come fate a ritrovarvi?
«Semplice. La domenica mattina andiamo al campo e in base a quanti siamo, formiamo le squadre. Inizialmente eravamo in tanti e giocavamo undici contro undici, oggi invece variamo in base alla disponibilità del momento, dato che siamo diminuiti nel corso degli anni».
«Anche per questo abbiamo ridotto lo spazio per poterci giocare solo a calcetto. Questo ci consente una manutenzione meno gravosa» aggiunge “Tonino”.
E a proposito di disponibilità, qui i ruoli non sono fissi e ognuno si ingegna come può. Comunque, per dovere di cronaca, diciamo che Aldo è a suo agio in difesa, mentre “Tonino” è riconosciuto come un ottimo attaccante, famoso per i suoi goal di testa.
Ma il vostro campo ha un nome?
«All’inizio lo chiamavamo “Il Paradiso”, ora lo chiamiamo Campo RSA» ci dice ridendo Aldo.
Battute a parte, non c’è stato il ricambio generazionale?
«Negli ultimi anni no; oggi mancano i giovanissimi, che chiaramente preferiscono affiliarsi alle associazioni calcistiche locali. Qualche decennio fa avvenne il ricambio con la seconda generazione, anche grazie ai nostri ragazzi. Ad esempio è arrivato mio figlio Riccardo e i figli di Tonino, Maurizio e Alessandro, che oltre a giocare la domenica con noi, fanno manutenzione assieme agli ultimi volenterosi, come Stefano Pecchi».
Nonostante questo finale un po’ malinconico, Aldo e “Tonino” ci salutano fra sorrisi ed energiche strette di mano, promettendoci che continueranno a bazzicare “Il Paradiso”, sia per giocare, sia solo per fare il tifo, magari per sbeffeggiare qualcuno che ha sbagliato un’azione… ma sempre senza esagerare, rimanendo amici, col gusto difficile di non prendersi mai sul serio, come ci ricorda il Ugo Tognazzi in un celebre film.





