Jorio Vivarelli – un artista e la sua terra

Jorio Vivarelli – un artista e la sua terra

di Veronica Ferretti (www.fondazionevivarelli.it)

Ritratti fotografici: Gabriele Bellini.

maggio 2011

Nato a Fognano (Pistoia) il 12 giugno del 1922 da famiglia di umili origini, ma di vera sensibilità culturale (la scelta del nome Jorio fu ispirata al padre Diego dalla famosa opera teatrale di D’Annunzio) Vivarelli, appena terminati gli studi alla Scuola Artigiana, rispondendo ad un urgente bisogno interiore, si iscrisse all’Istituto d’Arte di Firenze. Nel 1942, chiamato alle armi, fu destinato prima in Montenegro poi in Albania da dove, dopo l’8 settembre 1943, iniziò una prigionia fatta di umiliazioni e sofferenze passando dalla Bulgaria all’Ungheria all’Austria e alla Germania, da dove l’anno seguente riuscì a fuggire per far ritorno in Italia.

Stabilitosi a Firenze, nel 1949 si sposa con Gianna Pini compagna silenziosa e musa ispiratrice della sua attività. Nel 1951 lo scultore riprende a lavorare alla Fonderia Michelucci dove torna ad incontrare Giovanni Michelucci, pistoiese come lui, con il quale, in forza della nuova amicizia, nasce una proficua collaborazione artistica da cui sortiranno, ad esempio, i famosi crocifissi per la Chiesa della Vergine di Pistoia e per quella di San Giovanni (Autostrada del Sole) presso Firenze. Un altro significativo incontro professionale avverrà, da lì a pochi anni, nel 1955, con l’achitetto russo-americano Oskar Stonorov, conosciuto a Firenze in occasione della mostra di Wright a Palazzo Strozzi. Con Stonorov, Vivarelli affronta i problemi del rapporto tra scultura e architettura urbana dal cui esito usciranno le opere del Maestro pistoiese che troveranno posto nelle grandi piazze di Philadelphia e Detroit. Seguono anni ricchi di contatti con talenti artistici quali Rafael Alberti, Rodriguez Aguilera, Miguel Angel Asturias e Le Corbusier e con istituzioni come l’UAW FAMILY EDUCATION CENTER presieduta da Walter Reuther nel Black Lake del Michigan presso la quale Vivarelli lavorerà per sei anni consecutivi. Gli anni Sessanta sono anche fecondi di aperture verso nuove forme espressive. Vivarelli partecipa da protagonista alla formazione del Gruppo Intrarealista, firmando a Barcellona il Manifesto nel marzo del 1966 assieme a pittori, scultori e letterati di varia nazionalità che intendono “esprimere qualcosa di nuovo e dirlo in modo diverso”.

Dal 1970 agli anni Duemila l’iter artistico di Vivarelli si distingue per una serie crescente di opere che da un lato affrontano i temi più vivi e laceranti della condizione esistenziale e dall’altro i valori del sacrificio e della solidarietà fra gli uomini. Ecco allora opere come L’idea, La Morte, monumento in ricordo dell’uccisione di Giacomo Matteotti (Roma Lungotevere, 1974); ma anche arditi progetti, riferiti all’uomo, al suo ambiente ed alla collettività come Salviamo la Vittima, proposta ideale per la testimonianza mediterranea, da destinarsi per il porto di Taranto. Seguiranno dal 1979 in poi le grandi mostre dedicate al Maestro nella città di Pau (Francia), Pistoia, Prato che nel 1986 accoglie una sua fontana d’acciaio e plexiglass di grandi dimensioni, così come farà il suo paese natale, Fognano, con il monumento Il sacrificio, una morte per la vita che rappresenta la prima scultura del corpus delle sette opere marmoree appartenenti al grandioso ciclo Le pietre dei saggi. Nel 1987 la città di Nagasaki (Giappone), per non dimenticare l’immane distruzione della bomba atomica, riceve in dono dallo scultore Jorio Vivarelli e dalla città di Pistoia l’opera Inno alla vita, tema che torna insistente anche nell’opera Nucleo di vita realizzato a Rovereto per il palazzo Sony (Italia). Dal 1993, prima della mostra antologica che gli dedica la città di Aussteng (Germania), realizza per la piazza di Ponte Buggianese l’opera L’ultima sfida e a Pistoia Penna mozza. A 80 anni compiuti, nel 2002, Jorio Vivarelli ha donato il suo immenso patrimonio artistico alla Città di Pistoia, che per la sua tutela e valorizzazione ha costituito, assieme al Maestro, la Fondazione Pistoiese Jorio Vivarelli. Muore a Pistoia il 1 settembre 2008.

Fondazione Pistoiese Jorio Vivarelli

David Colzi
Compito della nostra piccola rivista sarà anche quello di ricordarvi ciò che di buono ci offre Montale e i suoi dintorni: iniziamo con la Fondazione lasciata dal maestro di Fognano alle future generazioni. Costituitasi nel dicembre 1999, si trova alle porte di Pistoia, nella casa del maestro progettata dall’architetto Oskar Stonorov. Per saperne di più, oltre a visitarla, abbiamo parlato con Veronica Ferretti, Responsabile delle Attività Culturali e Coordinamento, e Ugo Poli, Presidente del Consiglio di Amministrazione.

Vivarelli quando ha avuto l’idea della Fondazione?
V.F. Negli anni ‘70, quando commissionò la sua villa a Stonorov in località Arcigliano, vicino Pistoia. Così da Firenze, dove abitava dopo il ‘45, tornò nella sua provincia. Il piano inferiore, oggi, è completamente dedicato alle sue opere e si possono ammirare i suoi lavori più grandi, come i Crocifissi e opere più piccole come le medaglie. Valore aggiunto della struttura è lo spazio verde che circonda la casa, dove si trovano altre opere all’aria aperta.
U.P. Pochi sanno che già negli anni ‘70 il Maestro faceva fondere copie in bronzo delle opere commissionate, al fine di avere una collezione completa da lasciare in fondazione… insomma, ha sempre pensato ai suoi concittadini! (sorride)

Cos’altro proponete?
V.F. Abbiamo attivi corsi di formazione per gli studenti dell’Istituto D’arte di Pistoia, fortemente voluti dal maestro in quanto ex docente della scuola. Nello specifico abbiamo due sale ristrutturate che ospitano lezioni su scultur, affresco, fumetto, video scrittura, video-arte e altri ancora. Poi la fondazione offre una borsa di studio rivolta a tutte le scuole della Provincia di Pistoia, sia medie che superiori: abbiamo quattro indirizzi, letterario, artistico, musicale e cinematografico-teatrale. Infine, ogni 25 luglio, giorno del patrono di Pistoia, la fondazione apre le sue porte agli amici, collaboratori e chiunque ruoti attorno a questo centro culturale. Anche questo è un evento fortemente voluto da Vivarelli.

Com’è lo stato di salute della Fondazione?
U.P. Abbiamo qualche problema a reperire fondi per il mantenimento della struttura, anche a causa delle volontà del maestro, che nello statuto della fondazione ha messo il divieto di vendere le sue opere: noi possiamo prestarle per mostre, o darle in comodato d’uso come a Villa La Magia a Quarrata, ma niente più. E poi ci sono i tagli alla cultura che tutti conosciamo.

E come riuscite a lavorare?
U.P.Inanzi tutto il nostro consiglio di amministrazione lavora a titolo gratuito. Poi abbiamo gli enti fondatori, tra cui Comune di Pistoia, Provincia, Comune di Montale e la Cassa di Risparmio che ci aiutano come possono… Poi c’è la Vi Banca e altri partner esterni.

Progetti futuri?
U.P.Presto all’interno della fondazione nascerà una foresteria per ospitare artisti e personalità anche di livello internazionale. Poi ovviamente continueremo a fare mostre, in Italia e all’estero per mantenere viva la memoria e l’arte del maestro.

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