di Carlo Rossetti
settembre 2021
Con l’arrivo del Covid-19 si è scoperto un’Italia sonora. Non che non avessimo esempi su larga scala, bensì quella che intendiamo noi potremmo definirla “rionale”.
L’italiano, dopo il primo attimo di smarrimento, preoccupato dalle notizie interne ed estere, ha rispolverato il proprio ottimismo e affacciatosi alla finestra o al balcone ha deliziato il dirimpettaio con uno strumento, a volte con una pentola a mo’ di tamburo il quale, come in un dialogo, ha risposto a sua volta nota su nota. Un po’ come Pier Capponi che disse “suonate le vostre trombe e noi suoneremo le nostra campane”. Infatti.
E’ stato uno strombazzamento generale che tendeva a far capire che noi non ci fiacchiamo di fronte a nessuna avversità e che siamo sempre pronti a rialzare la testa, invocando quella libertà che non tiene conto dei virus d’importazione.
Potendo riunire i suonatori di un intero agglomerato, saremmo stati in grado di fornire un complesso orchestrale al pari di un’orchestra di professionisti, demandando a un Vigile Urbano di dirigere con l’apposita paletta di servizio. Le eventuali stecche e dissonanze sarebbero state come il prodotto di una musica senza particolari ritocchi e senza dubbio genuina.
Ora, passato il primo momento, il concerto della sera è stato sospeso e lontani dall’avere risolto il problema del virus, ci si sta interpellando sulla bontà della vaccinazione; “vaccinazione sì, vaccinazione no”.
Intanto il Covid-19 non demorde e continua a fare sempre vittime, per quanto la situazione sia migliorata. Ci sarà una nuova ondata di strombazzi alla finestra a dimostrazione di un ottimismo duro a morire? Mah! Chi lo sa. Nel frattempo i solisti ritiratisi in casa, in attesa di una possibile ulteriore esibizione al balcone, esercitano il labbro rompendo i c……i alla signora del piano di sopra.