Infermiere di famiglia e comunità

Infermiere di famiglia e comunità

di Redazione

dicembre 2022

Alla fine del 2018 il Dipartimento Infermieristico ed Ostetrico della Usl Toscana Centro ha iniziato la sperimentazione del modello assistenziale “Infermiere di famiglia e comunità” nei territori di Firenze, Empoli, Prato e Pistoia. A riguardo la regione Toscana è stata la prima in Italia. Le parole Famiglia e Comunità caratterizzano la volontà del professionista di portarsi ancora più vicino ai bisogni di salute della popolazione di cui è referente facilitando, quando necessario, anche l’intervento degli altri professionisti (ad esempio fisioterapisti, assistenti sociali).

Così, in collaborazione con la Società della Salute e la Zona Distretto Pistoiese, è partito il progetto pilota sul nostro territorio, coinvolgendo in un primo momento i comuni di Agliana e Montale e successivamente il comune di Pistoia e nell’autunno dello scorso anno, i comuni di Quarrata e Serravalle. Attualmente gli infermieri di famiglia e comunità operano su tutto il territorio della provincia e a ciascuno è assegnato una zona specifica a cui fanno riferimento, in base alle caratteristiche geografiche, dai 3500 ai 4000 cittadini. Questi operatori sanitari sono presenti presso le Case della salute/comunità e nei distretti socio sanitari del nostro territorio e sono contattabili telefonicamente tramite i recapiti delle strutture. Nello specifico, l’“Infermiere di famiglia e comunità”, quanto mai fondamentale durante la pandemia, è responsabile del processo assistenziale che attraverso la collaborazione con il medico di famiglia, l’assistente sociale, lo psicologo, il medico specialista e tutti gli altri professionisti della salute, costruisce il progetto di cura personalizzato orientato ai bisogni della persona e della sua famiglia.

Ed è proprio per ringraziare tutti questi professionisti dell’importante lavoro svolto, che dedicheremo loro un articolo dettagliato nel prossimo numero di marzo, anche per sottolineare il fatto che il loro operato ha un’importante valenza sanitaria e sociale, soprattutto per la parte più fragile della popolazione.

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