Padroni fantastici e dove trovarli

Padroni fantastici e dove trovarli

di Carlo Rossetti

giugno 2022

In un momento come questo, in cui guerra, violenza, menefreghismo, individualismo e disonestà sono le costanti del nostro vivere, ci viene in soccorso un sentimento sempre più diffuso che serve a tacitare le nostre frustrazioni: l’amore per gli animali. Basta dare un’occhiata per vedere quante persone passeggiano con il proprio cane al guinzaglio, anche animali di piccola taglia, ma sufficienti a soddisfare un sentimento d’amore e al tempo stesso per essere ricambiati.

Mentre la vita ci sfreccia intorno con ritmo sempre più veloce, ci basta un animale al fianco per sentirsi meno soli. Anche il gatto ha avuto il suo riscatto e la rivalutazione che gli spettano e ora, lasciato il cortile, riposa sornione sul sofà di casa in attesa di un pasto preparato proprio per lui. Ora non soffre più di un complesso di inferiorità nei confronti del cane e rispetto a prima, può contare sull’attribuzione di un nome che ne conferma il riconoscimento sociale. Per comprovare quanto stiamo dicendo, basta guardare le immagini che ci arrivano ogni giorno dall’Ucraina. Gente come tanti topi in trappola, volti drammatici che non sfuggono agli impietosi obbiettivi della televisione e ciononostante è facile scorgere piccoli cani e gatti in braccio ai fuggiaschi. E’ questa la misura più grande dell’amore per gli animali.

Da loro bisognerebbe imparare a volersi bene; una volta il dissidio, l’intolleranza, l’odio esistenti tra i due animali, servivano per indicare l’inimicizia tra due persone. Si diceva «Sono cane e gatto». Ora non si può più dire perché entrambi vivono insieme pacificamente, anzi, se c’è bisogno si danno una “zampa” a vicenda. Il genere umano dovrebbe imparare da loro, ma non ha la saggezza istintiva degli animali.

Detto questo non possiamo fare a meno di rilevare che in caso di morte molte volte il proprietario cade nell’eccesso, come il seppellimento del proprio animale in giardino con tanto di pietra e l’epigrafe dettata dal cuore. Più fiori e la pallina che è servita per gioco. Niente da obbiettare su questo aspetto, perché ognuno è padrone di manifestare i propri sentimenti come vuole, ma si rischia di essere debitori nei confronti dei nostri congiunti, del nonno, della nonna o dello zio giovanotto. Non vorremmo che proprio a quest’ultimo per esempio, fosse riservata una modesta pietra con qualche fiore di plastica ormai arrostito dal sole e una laconica epigrafe: GIACINTO PELLEGRI 1885 – 1974 … Una prèce.

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