Incendi, estate 2017: cosa dobbiamo imparare da questa brutta esperienza

Incendi, estate 2017: cosa dobbiamo imparare da questa brutta esperienza

di Giacomo Bini

settembre 2017

E’ stata un’estate caratterizzata dagli incendi, anche nella nostra piana. L’incendio più ampio e devastante, che ha divorato poco meno di 400 ettari di bosco lambendo anche i centri abitati, si è verificato sulle colline di Montale nel luglio scorso, ma il fuoco ha investito duramente anche il Montalbano. Il fenomeno ha caratterizzato tutta la penisola italiana ma questo non deve certo consolarci. Le ferite lasciate dalle fiamme sono profonde, come perdita di patrimonio forestale, come oltraggio al paesaggio e anche in termini di effetti secondari come l’impermeabilizzazione del terreno nelle aree colpite che potrebbe generare rischi idrogeologici oppure la possibilità di colate di materiale vario, cenere e residui, che potrebbero inceppare il sistema di regimazione delle acque. C’è la problematica della bonifica delle zone colpite e soprattutto rimane senza risposte certe la domanda sui tempi necessari per la rinascita dei boschi distrutti. Gli esperti dicono anni, ma nessuno si azzarda a fare previsioni precise perché i fattori in gioco sono tanti, dalla tipologia delle piante bruciate al ruolo degli animali, in particolare i cervi e i daini, che potrebbero danneggiare i giovani ributti rallentando la ricrescita. 

Di sicuro resta da questa esperienza, una sensazione di fragilità del nostro territorio ma anche la conferma che il suo destino è nelle nostre mani. Gli incendi hanno preso le mosse da azioni compiute dall’uomo siano state esse colpevoli disattenzioni o atti dolosi e deliberati. Inoltre gli incendi si sono potuti propagare per le cattive condizioni in cui il bosco e i campi sono spesso tenuti: sterpaglia secca lasciata a se stessa, residui di alberi tagliati ammucchiati sul terreno e pronti a incendiarsi alla prima scintilla, vie tagliafuoco inesistenti e strade forestali talvolta difficilmente praticabili per i mezzi di soccorso. 

Se la manutenzione e la cura sono risultate carenti, è stata invece straordinariamente efficace l’azione di spegnimento e di protezione civile. E’ stato impeccabile l’intervento degli enti istituzionali, in particolare dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri Forestali, dei Centri Operativi Comunali, delle sale operative provinciali, dei funzionari del Coordinamento Regionale e dei lavoratori delle Unioni Comunali. Ma è stato addirittura entusiasmante il lavoro dei volontari, da quelli delle tante Vab intervenute a quello delle associazioni di pronto soccorso. La popolazione ha apprezzato ed ha ringraziato con un’infinità di commenti e pensieri riconoscenti pubblicati sui vari social network. 

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