Angelo Luongo: il modellista dei divani dalle mani d’oro

Angelo Luongo: il modellista dei divani dalle mani d’oro

di Giancarlo Zampini

giugno 2011

Alle numerose assemblee di imprenditori che si sono succedute – motivo la crisi che avvolge la città del mobile – non è mai mancato Angelo Luongo, un falegname dalle mani d’oro, arrivato a Quarrata a soli 12 anni dalla natia Centola, località in provincia di Salerno. <<Oggi che ho i capelli bianchi, il mio sogno sarebbe quello di insegnare l’arte del legno e dell’intaglio a tanti giovani, una vera scuola: se il comune mi dà una mano, uno spazio idoneo, ci metto tutta la mia esperienza>>, ma ad oggi non siamo a niente. E’ la prima cosa che ha detto quando lo abbiamo trovato chino su un fusto del divano commissionato alla ditta quarratina per il Salone del Mobile di Milano.

Angelo ha costruito i migliori prototipi di poltrone e divani degli ultimi quarant’anni, le sue mani sono così preziose che Pasquale Natuzzi, il più grande produttore al mondo di salotti, non ci pensò un minuto a portarlo a Sant’Eramo: <<Tre anni è durata la collaborazione>>, continua Angelo Luongo, <<Natuzzi aveva grande stima di me, mi fu presentato alla Fiera di Parigi dove volle toccare con mano tutta la produzione esposta: fu folgorato dai miei modelli. Trasferitomi in Puglia gli detti una mano anche nel portare a conclusione la sua casa>>. Ma la storia di Angelo inizia negli anni cinquanta, come lui stesso racconta: <<Come primo lavoro andai alle dipendenze di Ugo Gori, conosciuto come il “Civinini”, poi passai alla Turnic, arredo per negozi, un lavoro che non mi dava nessuna soddisfazione, così andai da “Pispola” (Bruno Brunetti) poi alla Lenzi. Tornato dal militare, avendo visto lavorare gli intagliatori di Firenze, mi appassionai a quella tecnica, ripresi una bottega artigiana, lavoravo per conto terzi. All’inizio degli anni ’70 si prendeva 6000 lire per intagliare un salotto, improvvisamente si passò a 1500 lire. In un batter d’occhio acquistai i macchinari necessari ed aprii un laboratorio dove poter costruire il fusto per intero. Inizia la collaborare con Mauro Nieri: per quella ditta diventai “Geppetto” e ideai un modello di poltrona simile ad una biga romana. Fu un grande successo; al Salone del mobile di Milano di quell’anno c’era la ressa>>.I prototipi di Angelo Luongo entrano a far parte di tutte le più importanti aziende, come la Spagnesi, Mantellassi, Cimot, Satis, Mobilmoderna… anche dallo stilista Gucci! <<C’è chi va alle Fiere per copiare, dice ancora “Geppetto”, io ci sono sempre andato per poi realizzare modelli diversi da quelli esposti: devo a questo il mio successo>>.

E pensare che Angelo è un autodidatta, uno che ad occhio (si dice così) costruisce pezzi curvati che architetti di valore alcune volte non sono in grado di rappresentare nemmeno su disegno. Ancora oggi nel suo piccolo laboratorio è un continuo andare e venire di imprenditori in cerca di un modello che li tiri fuori dalla crisi e che solo “Geppetto” riesce a fare. Conclude Angelo Luongo: <<La fortuna mia e di Quarrata si deve al divano scorniciato, un prodotto diventato di poco valore, la produzione costruita da cinesi si basa solo sul basso prezzo. Oggi persone in grado di costruire prototipi si contano sulle dita di una mano, una volta spartiti questi si può chiudere bottega>>.

“Geppetto” non lo dice, per anni è stato il più grande produttore di fusti di tutto il distretto, alla città ha dato tanto, in alcuni casi forse troppo. Sarebbe davvero bello se la sua arte, il suo ingegno, potessero essere trasferiti nelle mani di qualche giovane.

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