Ogni rione… è bello a mamma sua!

Ogni rione… è bello a mamma sua!

di Massimo Cappelli

giugno 2013

Ho sempre stampata nella mente una foto. Uno scatto rubato sulle tribune dello stadio di Quarrata, in un Torneo dei Bar a fine anni settanta, inizio anni ottanta. In questo ritratto c’erano immortalati due signori, uno sulla cinquantina, corpulento, e probabilmente ignaro dell’obiettivo, che stava sbadigliando assomigliando verosimilmente ad un ippopotamo. L’altro, più giovane pressappoco di una decina d’anni del primo, ossuto e spigoloso, dalla fisionomia spaurita, che rideva molto divertito osservando l’atteggiamento dell’amico. Erano Barafone e i’ Cioschi, rispettivamente Giuseppe Giuntini e Vinicio Magni, una coppia con delle innate doti a dir poco da intrattenitori da avanspettacolo, che avevano un vario repertorio di adeguati tormentoni e tempi comici talmente precisi, degni di interpreti teatrali di alto livello. Giuseppe purtroppo ci ha lasciato da un pezzo, mentre Vinicio è in pensione e costruisce ancora delle bellissime biciclette in legno. La foto è stata esposta per anni all’interno del Bar Cristallo di Quarrata fino alla sua definitiva chiusura; essa portava in sé tutto lo spirito di quegli anni, facendo intuire come un paese intero si movimentasse per quasi un mese, attorno ad un evento come il Torneo dei Bar, nato nel ‘73 da un’idea di Arzelio Belli (Titolare della Cimot di Quarrata) e Luciano Tempestini, che andò avanti per qualche anno.

Come in ogni gara che si rispetti, anche in questo torneo l’obiettivo principale era vincere, quindi ogni squadra si organizzava sul piano delle tattiche, delle formazioni, della “campagna acquisti”. Il quartier generale era ovviamente il bar di riferimento, il gestore e alcuni clienti diventavano la società calcistica e alcuni imprenditori facevano da sponsor, il più delle volte anche in maniera anonima; pensate che in alcune squadre hanno giocato anche professionisti dei massimi campionati. Non meno importante però era il fenomeno sociale che ne derivava, perché l’evento era una livella, come lo avrebbe definito il grande Totò, (anche se nella sua famosa poesia il concetto ‘va oltre’ lo sport); infatti in quel mese non esistevano diversità sociali, lo sfottò era all’ordine del giorno, per cui, titolari di azienda e dipendenti, professori e studenti, medici e pazienti, negozianti e clienti si prendevano reciprocamente in giro tifando e difendendo la squadra del proprio bar. Il tutto continuava a maggior ragione i giorni seguenti, nei luoghi di lavoro, nelle sale di aspetto e ovviamente nei bar.

Ogni sera le tribune non riuscivano a contenere la grande affluenza di pubblico e molti si disponevano intorno alla rete ai lati del campo, con grande orgoglio degli organizzatori; ne rammento solo uno su tutti: Bombolino, al secolo Marcello Giusti. Baffino che gestiva temporaneamente il bar, fra caffè, bibite e con i tortellini al sugo faceva affari d’oro soddisfacendo molti palati. Gino Colligiani invece, lo storico custode dello stadio, si fregava tutte le sere le mani non sapendo da dove iniziare a buttare lo sguardo, tante erano le cosce nude in bella vista che le minigonne mettevano in evidenza. Se questa frase non contribuisse a farmi sentire un po’ vecchio esclamerei… Che bei tempi ragazzi! Nel 1988, grazie a un gruppo di persone che si ritrovò, come racconta il Consigliere Comunale Alessandro Cialdi, alla tabaccheria di Spedaletto del mitico Fernando Frati (adesso gestita da Roberto Giacomelli, uno dei più affezionati inserzionisti di NOIDIQUA) dopo una pausa di qualche anno, il Torneo dei Bar si trasformò in Torneo dei Rioni. Dopo aver abbondantemente discusso, furono delimitati i confini dando vita agli otto rioni attuali. Il nuovo Torneo durò fino al 1992; il “cencio” in palio fu disegnato da artisti quarratini fra i quali Alfredo Fabbri, Marcello Scuffi e Salvatore Magazzini.

Ebbene, la bella notizia è che quest’anno, cari amici, grazie ad un gruppo di volenterosi e all’ostinazione di Alessandro Cialdi partirà di nuovo il Palio dei Rioni, seguendo le orme di Agliana che lo scorso anno, dopo ben ventisette primavere, ha riesumato questa tradizionale disputa aggiungendo un nuovo trofeo ai tanti consegnati fino al 1985. L’altro comune della piana, Montale, invece non ha mai interrotto, continuando la kermesse da moltissimi anni. Qualche anno fa, la centralità della manifestazione era la suggestiva sfilata fra le vie del paese, in abiti d’epoca e curata nei minimi dettagli che dava il via al torneo. Vista questa analogia dei tre Comuni vicini, credo sarebbe bello organizzare un triangolare di un solo giorno fra le tre squadre vincitrici per decretare il Rione Campionissimo della Piana pistoiese.

Tornando a Quarrata, il territorio è diviso in otto fette convergenti al centro della città che hanno dato origine agli otto rioni aspiranti al trofeo realizzato dal Liceo Artistico: Drago, Giraffa, Istrice, Leone, Lupa, Orso, Pantera e Puma. Queste frazioni, nelle calde serate di giugno difenderanno i propri colori sotto i riflettori dello stadio presumibilmente affollato come trent’anni fa. Come si dice: vinca il  migliore! Mi auguro tanto che grazie alla tecnologia che tutti noi oggi abbiamo per le tasche, venga scattata (e stampata) una bella foto da ricordare fra altri trent’anni, perché credo che l’emozione di un ricordo sia di gran lunga superiore ad ogni realtà… e a proposito, qualcuno per favore vada a spiegare questo concetto a quei dirigenti della Sipra che hanno voluto rimettere in pista Carosello!

Ciao, alla prossima.

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