Davide Damiani

Davide Damiani

di David Colzi

dicembre 2009 

Come è nata in lei la passione per la musica?
Sono sempre stato appassionato di musica sia come ballo che come canto. I miei primi passi li ho mossi a otto anni nell’oratorio della chiesa come spesso accade nelle realtà piccole come la nostra. Può sembrare una piccola cosa, ma anche esperienze come quelle ti aiutano a vincere la timidezza mettendoti di fronte ad un pubblico. Poi verso i dodici anni ho iniziato a studiare musica più seriamente, prima con la chitarra poi con il canto.

Quando ha capito che la musica era la sua vita?
Con Sanremo Rock nel 2005. La cosa davvero sorprendente è che fui chiamato a partecipare dagli organizzatori, dopo un mio concorso a Montecatini. Ovviamente io andai con l’idea di essere eliminato alle prime selezioni, tanto per fare esperienza. Eravamo in 350, e alla fine dei cinque giorni di selezioni dovevamo rimanere in tre per poi andare in Rai a disputare la finale. Io sono arrivato quarto…(sorride) perdendo per un soffio la possibilità di andare in tv; niente male visto che pensavo di essere eliminato il primo giorno.

Chi l’ha incoraggiato?
Importante è stato il giudizio positivo di Massimo Varini, chitarrista e produttore di artisti come Nek, Laura Pausini, Adriano Celentano ecc… L’ho incontrato a Sanremo Rock in quanto lui era il capo giuria. Certo mi ha detto anche quali erano le qualità su cui dovevo ancora lavorare; è stato all’ora che ho deciso di crederci.

Quali sono i suoi maestri?
Tanti; io tendo sempre a cambiare insegnanti per prendere il meglio da ciascuno. L’anno scorso ho studiato con Michele Fischietti, che in molti conosceranno in quanto è stato uno dei vocal coach nella prima edizione di x Factor. Per tutto il 2008 ho fatto il tragitto Quarrata – Milano. (sorride).

E poi c’è stato anche Sanremo giovani.
Vero. A fine 2005 ho partecipato all’Accademia di Sanremo con un pezzo scritto da me; lì sono arrivato in semifinale. Poi ho collaborato anche con la Vegastar per le serate di Miss Italia in tutta la Toscana.

Quindi scrive anche canzoni…
Si, ho iniziato proprio con Sanremo a scrivere pezzi miei e proseguo ancora oggi. Ovviamente ho dovuto imparare anche a suonare la chitarra per potermi accompagnare. Devo qui ringraziare pubblicamente il nostro concittadino Gabriele Bellini, perché è grazie a lui se sono riuscito a vincere la diffidenza che avevo con questo strumento. (sorride)

E adesso?
Da giugno a novembre di questo anno sono all’estero (Grecia ed Egitto) per fare l’animatore nei villaggi turistici tramite una nota catena di agenzie di viaggio. A mio parere questa è la migliore palestra per un cantante, perché ogni sera sei sul palco quindi non perdi mai l’allenamento. Piacendomi molto il musicol, unisco sempre il canto ed il ballo.

Il futuro?
Ho intenzione di continuare a fare tutto questo nella speranza che diventi un lavoro. Io ho 21 anni, quindi ho ancora molta strada da fare anche se per la mia giovane età ho già un po’ di esperienza. L’importante è non lasciarsi abbattere e crederci sempre.

Mi sembra di capire che per realizzare i suoi progetti si dovrà allontanare sempre più da Quarrata.
E’ proprio così. Per la musica bisogna spostarsi soprattutto a nord verso Milano.

Un pensiero sulla chiusura del Pentagramma?
Io sono stato fuori 5 mesi per lavoro; appena tornato a Quarrata ho visto il negozio con la serranda abbassata; confesso che mi è venuto il magone… proprio non me lo aspettavo. Con il Pentagramma è scomparso un pezzo della nostra storia.

 
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