Chi dice donna…

Chi dice donna…

di Linda Meoni

giugno 2014

Qualcuna si sporca le mani, nonostante sappia che “l’orto vole l’omo morto”. Altre si arricciano le maniche e (folli?) decidono di aprire un’attività, in un momento in cui “eh, ma c’è la crisi”. Altre ancora fanno “cose da uomini” e imbracciano un basso suonando su palchi prestigiosi, come se la grinta fosse una virtù che ha niente a che spartire con le donne. Poi ci sono quelle che, perfette padrone di casa, invitano tutti a sedere al tavolino, a sfidarsi a carte e fanno da arbitro ai match di Burraco. Poi ci sono quelle che non raccontiamo, ma solo perché il coraggio che hanno lo esercitano tutto nelle mura di casa e nei luoghi di lavoro, silenziose, senza troppo clamore; le mamme, le “semplici” lavoratrici. Qualcuno ci regala le mimose a marzo, altri invece ci omaggiano con le spighe, ricordando quello sciopero delle trecciaiole che più di cento anni fa vollero ribellarsi alle paghe da fame che venivano date loro. E poi invece c’è Noidiqua che ci (me compresa) festeggia a giugno, quando nessuno si sognerebbe di dedicarci qualcosa.

Quando sono arrivata a Quarrata, per me questa non era altro che la “città del mobile”, un distretto produttivo dove si veniva anche da lontano per comprare pezzi d’arredamento. Piano piano, nel tentativo di leggerla un po’ più da vicino, l’ho scoperta “donna”. Donna nel suo saper fare, in quello scrigno prezioso che è un’arte ormai a rischio d’estinzione, il filet, e nel suo saper ripartire, se si pensa che il nostro (un po’ ormai anche mio) Montalbano è diventato oggi un polo formativo, dove le donne dell’agricoltura c’hanno saputo fare più che altrove. Perché le donne sanno recuperare e non buttare, penso a quel che succede da Abbonbrì a Montemagno (azienda a conduzione femminile), dove regolarmente si istituiscono i “miccino day”, ovvero si insegna a “fare a miccino”, a cavarsela cioè con quel che si ha senza sprecare inutili risorse. Ma penso anche a chi, donna, lavora per le donne, come succede a Baugiano, nell’oasi agrituristica, che appoggia l’associazione “365giornialfemminile” e il progetto “Sistemare”, che prevede la messa in campo di nuove opportunità di integrazione e inserimento per le donne che abbiano avuto difficoltà o subito violenza di qualsiasi genere. Sarà, ma quando si parla di donne, forse in quanto anch’io lo sono, trovo sempre che ci sia davvero poco di che scherzare.

Quando si parla di donne non può che venire in mente la forza di una leonessa e la tenacia di una madre coraggio. Avanti dunque signore, perché “l’omo, l’omo, l’omo… ma la donna…!”

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