Gabriele Leporatti – un pianista quarratino in Germania

Gabriele Leporatti – un pianista quarratino in Germania

di David Colzi

dicembre 2010 

Che studi ha fatto?
Ho frequentato il conservatorio di Firenze con Lucia Passaglia e mi sono diplomato a 19 anni. Dopo mi sono perfezionato a Dallas nella classe di Joaquin Achucarro ed ho continuato con Fabio Bidini e Maria Tipo. Stare a contatto con queste grandi personalità della musica classica mi ha fornito il bagaglio necessario per riuscire a formare la mia vita intorno a questa Arte bellissima.

Come è finito in Germania?
Una serie di coincidenze: il mio maestro Fabio Bidini si era trasferito in Germania, io andai a fare un concorso di esecuzione e in più incontrai anche la mia ragazza…

E’ l”Amore” che l’ha fatta restare?
Certo è stato determinante, in più la vita musicale qua è, ahimè, su un altro pianeta rispetto all’Italia. Adesso vivo ad Hannover, ma presto ci trasferiremo a Colonia. Sono due anni che vivo qua in pianta stabile. Ma ho fatto per molto tempo la spola con l’Italia.

Com’è la scena musicale in Germania?
L’interesse della gente è molto più vivo (perché si parte con l’educazione musicale nelle scuole elementari), e quindi anche i media,  come giornali, radio, televisione, sono più propensi a seguirne la scena, con articoli, recensioni di concerti, show televisivi. E di conseguenza, ci sono molte più possibilità per noi giovani e non solo per i grandi nomi.

Come procede la sua carriera?
Nel 2010 ho suonato, oltre che in Germania ed Italia, anche in Austria, Polonia, Stati Uniti e Cina. Nel 2011 tornerò negli Stati Uniti per insegnare e suonare, oltre a eseguire concerti in Europa. Sono co-direttore musicale del Festival di Musica da Camera “Linari Classic” di Linari, dove ogni anno, suono con solisti del Concertgebouw di Amsterdam, Rotterdam Philharmonic e Radio Philharmonic, perchè adoro anche la musica da camera.

Quindi insegna anche…
Sì e il prossimo gennaio tornerò alla Methodist University di Fayetteville (NC) per un recital solistico e 4 giorni di masterclass. Sono praticamente giorni di lezioni pubbliche, dove gli studenti possono respirare musica “full immersion”, ascoltare gli altri pianisti, suonare davanti ad un pubblico. Il pianoforte specialmente è uno strumento che isola la persona dal mondo, quindi cose come queste sono basilari per ogni pianista e musicista, come lo è la musica da camera.

A che età ha iniziato a suonare?
A 6 anni ed il mio maestro era mio nonno, Aldemaro Dugini, già Maestro della Filarmonica “G. Verdi” di Quarrata e di molte altre bande.

Hai sempre creduto che questa Arte potesse diventare un mestiere con cui vivere?
Onestamente, fin dal principio, ho sempre pensato di non avere altra scelta. È una cosa che ho sempre sentito come “normale”, non so perché.

Mi sembra di capire che la sua è comunque una vita carica di impegni…
C’è sempre tanto da fare ed è una vita piuttosto faticosa, sempre lontano da casa. In compenso, si è a contatto quotidianamente con l’eccellenza della produzione umana: non è cosa da poco. Anche se, ogni giorno al pianoforte, si devono fronteggiare i propri limiti, e spostarli sempre un po’ più in la. Insomma, bisogna essere psicologicamente abbastanza forti!

Le manca mai la sua città di origine?
Certo che mi manca! Il bello di viaggiare è avere la possibilità di entrare in contatto con tante culture diverse: quindi, poterne apprezzare pregi e difetti. Io cerco di prendermi i pregi, ma senza perdere la mia identità! E si ama sempre di più il proprio Paese quando si è distanti perché si vedono le cose molto più chiaramente.

www.gabrieleleporatti.com

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