Grazia Michelozzi – da quarantadue anni in piazza

Grazia Michelozzi – da quarantadue anni in piazza

di David Colzi. Foto: Riccardo Boccardi

settembre 2011

Nei primissimi giorni di settembre piazza Risorgimento è tutta un fremito, animata da un insolito via vai di gente occupata a montare il palco per il “Settembre a Quarrata”. Il parcheggio davanti al bar Grazia non è praticabile per via del carico e scarico del materiale degli addetti ai lavori, quindi parcheggio nella piazzetta Aldo Moro e raggiungo a piedi quello che per tutti è “il ritrovo dei quarratini”. Ad attendermi, dietro il bancone c’è lei, la signora Grazia che da ormai quattro decadi è l’anima del bar che porta appunto il suo nome. Appena ci sediamo in disparte, per cominciare la nostra chiacchierata, mi fa subito sapere a scanso di equivoci, che lei è più brava a lavorare che a parlare.

E invece non è così, perché non appena gli chiedo la storia del suo bar, lei inizia a raccontare, cercando di essere più precisa possibile. Era il 1969, quando tutto ha avuto inizio. Quelli erano anni d’oro per chi aveva voglia di mettersi in gioco: infatti, come recita un vecchio adagio popolare: “bastava piantare un osso in terra, perché ci crescesse una quercia“. I primi quattro anni Grazia li ricorda pieni di fatica e speranza, passati a lavorare senza neanche un giorno di ferie. Ovviamente all’inizio il locale era più piccolo, un terzo di quello che vediamo oggi, perché ciò che vediamo oggi è il risultato ottenuto unendo tre locali l’uno di fianco all’altro che avevano attività commerciali diverse. In uno di questi c’era anche l’altra attività di famiglia, un negozio di “Caccia e Pesca”. Alla metà degli anni ’70, Grazia si trovò a fare una scelta: o il nuovo bar, che prometteva bene, o il negozio: mandare avanti contemporaneamente le due attività era impossibile. La scelta fu chiara: << A me piaceva molto stare a contatto con la gente e questo lo sperimentavo ogni giorno nel negozio di Caccia e Pesca. Il bar mi è sembrata la scelta migliore, perché è da sempre un centro di aggregazione per la vita cittadina, quindi potevo apprezzare la compagnia di un numero maggiore di persone, che ogni giorno venivano da noi>>. L’ultima “fusione” avvenne tra la fine degli anni ’80 e primi ’90, mentre il primo grande restauro è del 1992, a cui seguirà l’ultimo del 2009. Una storia passata così, sotto gli occhi di una intera città:<<Questo mestiere l’ho sempre fatto volentieri e se oggi continuiamo così bene è anche merito dei miei figli: Rosita in pasticceria e Lorenzo agli aperitivi>>.

Ed è merito di Lorenzo (parola di mamma!) se il bar Grazia è diventato uno dei primi punti di ritrovo per gli aperitivi dei quarratini e non solo. Infatti sul finire degli anni ’80 Lorenzo andava giovanissimo, in quel di Milano a scoprire i segreti dei Cocktail che tanto piacevano ai lombardi, e poi li riportava qui, in provincia. Ma se chiediamo di dirci altre cose che hanno reso famoso negli anni il locale, lei ci dice sorridendo tre parole d’ordine: bomboloni e Radio Rombo. Infatti negli anni in cui la famosa emittente quarratina era in auge (fine anni ’70, primi ’80), Grazia si ricorda benissimo che tutti andavano nel suo bar per gustare i famosi bomboloni delle ore 16.00.

Dal 1969 insomma, il Bar Grazia è diventato un avamposto privilegiato per scrutare, stagione dopo stagione, come cambiava la città di Quarrata ed i suoi abitanti. Le chiediamo un bilancio su entrambi gli argomenti e lei, per quanto riguarda le persone, ci stupisce andando in totale controtendenza rispetto all’opinione di molti: << I quarratini (e più in generale i clienti che vengono da tutta la provincia) li vedo molto migliorati, nel senso che oggi sono più educati mentre prima erano più “impazienti” per non dire cafoni. Forse sarà perché la mia generazione non ha potuto studiare (sorride)>> Invece quando si parla della città iniziano “i dolori”: Grazia infatti ci spiega che negli anni la piazza, come struttura, è cambiata in meglio, solo che la sua nuova “veste”meriterebbe un maggiore sfruttamento. Spesso feste e ritrovi pubblici si disperdono in molti luoghi o vie, svuotando così il centro cittadino di quella che dovrebbe essere la sua naturale vocazione di fulcro di aggregazione. <<Si potrebbe anche pensare che io parlo così perché ho un attività commerciale in piazza>> dice lei <<ma provi a sentire anche l’opinione di altri cittadini: vedrà che non sono dissimili dalla mia>>.

Tanto lavoro dunque: ha mai pensato di “fare festa”?<<Confesso che l’ho pensato tante volte, soprattutto  da quando nel locale ci sono anche i miei figli. Mi spiace un po’ vedere che anche loro fanno questa “vitaccia”. Questo lavoro inizia ogni mattina prima dell’alba e finisce verso le due di notte. Così  ti assorbe ogni attimo della giornata e della sera. Pensi che noi lavoriamo anche quando le altre persone “staccano” alle sette, oppure la sera dopo cena, quando escono a divertirsi: tutto questo fa sì che a volte ci si senta un po’ soli e credo che questo pesi persino ai miei figli, anche se hanno scelto loro di seguirmi in questa attività.>> Però lei continua a lavorare instancabilmente: cos’è, amore?<<Assolutamente sì! Non ho mai pensato che questo lavoro mi rendesse ricca o famosa: quindi se l’ho fatto e lo continuo a fare, è per amore. Pensi che nei miei progetti iniziali, c’era il desiderio di stare dietro il bancone per una decina di anni e poi smettere; invece alla fine la passione ha vinto! Questo è molto tipico degli imprenditori quarratini. (sorride)>>

Per concludere, non possiamo dire niente sul guadagno, ma riguardo alla notorietà obiettiamo, infatti la signora Michelozzi è talmente amata dai suoi concittadini, che da più di un anno molti ci scrivono dicendo: Ma perché non intervistate la mitica Grazia? Ecco fatto!

Scrivi un commento

Per pubblicare un commento devi primaautenticarti.

Social Network

facebook

 
Help & FAQ

Se ti occorre aiuto consulta le "domande frequenti (FAQ)"
Frequently Asked Questions (FAQ) »

Contatti

Telefono: + 0573.700063
Fax: + 0573.718216
Email: redazione@noidiqua.it