Intervista a Lando Bartolini nella sua residenza quarratina di Tizzana

Intervista a Lando Bartolini nella sua residenza quarratina di Tizzana

di David Colzi e Giancarlo Zampini

marzo 2009

Se la chiamassero al telefono dicendole che c’è da fare una sostituzione come quella del 1997, se la sentirebbe di ripartire?
Ora sinceramente no, perché è da qualche anno che mi sono ritirato dalle scene; sono un po’ fuori allenamento, nonostante continui a fare esercizi vocali almeno una volta al giorno tanto per non perdere confidenza con la mia voce.

Dicono che lei conosca molte opere a memoria, anche le più sconosciute…
Prima ne conoscevo moltissime, perché le cantavo praticamente tutti i giorni; ora è un po’ diverso. Mi esibisco in alcuni concerti, facendo solo qualche canzone o romanza, mai opere intere. Nelle corde vocali, ho ancora tutte le note che mi servono… ma portare un’opera intera richiede moltissimo allenamento. La difficoltà maggiore per un tenore, è cantare per ore senza mai una pausa; non potrei mai fare come i cantanti di musica leggera, che di tanto in tanto sui ritornelli rivolgono il microfono verso il pubblico, come per dire << Cantate voi…>>. Questa è ovviamente un astuzia per riprendere fiato; ce lo vede un pubblico di teatro che mi aiuta a fare l’acuto della Turandot? (ride)

Comunque bisognerebbe trovare il modo di fare almeno un concerto, visto che sono in tanti a volerle bene, non crede?
Forse mi deciderò a farlo se me lo chiederanno gli amici pratesi e quarratini. In effetti sono in tanti a dimostrarmi affetto, e lo vedo anche da internet e dai siti come youtube, dove ci sono video che mi riguardano. Devo ammettere che non sono molto pratico di questa tecnologia, ma i miei amici mi hanno mostrato foto e articoli su di me. 

 

Prima o poi anche lei dovrà cedere alla tecnologia, magari facendo un sito internet con tutto il materiale che ha raccolto nella sua carriera…
Pensi che ho tantissime foto, scatoloni e scatoloni di materiale cartaceo che segnano passo passo tutta la mia vita artistica. D’altronde ogni teatro ha il suo fotografo professionista, quindi dovunque sono stato nel mondo, mi hanno fatto delle foto con i costumi di scena. Alcune le ho riunite dentro dei dischi che ho realizzato, ma tante foto belle sono rimaste nel cassetto… oppure appese alle pareti di casa mia.

Sono state faticose le sue tournée?
Certo! Quando venivo scritturato, stavo mesi interi in giro per il mondo; magari la sera prima ero in Italia, e un paio di giorni dopo ero in America in un’altro teatro. Mi toccava stare lontano da mia moglie e dalle mie figlie per esibirmi nei palcoscenici più famosi; oggi preferisco fare il marito ed il nonno. Poi ce ne sono di cose da fare intorno casa. In primavera dovrò sistemare il giardino e potare gli ulivi che ho nel campo dietro; sono circa un centinaio… non è un lavoro da poco. (sorride) Nella mia vita artistica ho lavorato molto e mi sono tolto molte soddisfazioni, quindi non ho rimpianti né rimorsi… largo ai giovani!

Quanto si tratterrà in Italia?
Credo fino ad aprile, poi tornerò nella mia casa in America. Sono anni che mi divido tra Tizzana e New York; cerco di stare un po’ da entrambe le parti per coltivare tutte le amicizie.

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