Marco Maiani – campione di judo

Marco Maiani – campione di judo

Indroduzione: Giancarlo Zampini. Intervista: David Colzi

giugno 2008

Ha ragione il sindaco Sabrina Sergio Gori quando afferma – in occasione di eventi, fatti e persone – che a Quarrata non ci si fa mancare nulla. E’ vero, tanto che lanciamo una provocazione: <<Chi di voi quarratini sapeva che nella città del mobile, del ricamo, dell’olio …“bono”, risiede un ragazzo che per sport si diverte a buttare per terra gli avversari, che se tutto va bene parteciperà alle prossime olimpiadi di Pechino?>> Siate sinceri, lo sapevate in pochi! Ebbene, il caso in questione è risolto da quanto riportato nell’intervista che segue, fatta da David Colzi al campione italiano di judo, il quarratino Marco Maiani.

Marco Maiani – campione di Judo, cosa ci puoi dire di questo sport che in pochi conoscono fino in fondo?

Il Judo è uno sport poco conosciuto in Italia, ma è una disciplina bellissima e completa che insieme al nuoto viene consigliata anche per i bambini. A me personalmente aiuta a scaricare tutto lo stress accumulato durante la settimana, quindi non riuscirei a farne a meno. Ho iniziato a frequentare questo sport all’età di cinque anni quasi per gioco e poi con il tempo sono arrivate le prime vittorie, le prime soddisfazioni. Così a differenza dei miei amici che andavano a giocare a calcio, ho deciso di continuare.

Quando ti sei reso conto che potevi diventare un campione?

Verso i 13/14 anni ho iniziato a gareggiare non più come bambino: da quel periodo in avanti sono arrivate le vittorie più significative. Avevo 17 anni e sono arrivato settimo alle “Giornate Olimpiche della Gioventù Europea” in Spagna, poi ho vinto cinque medaglie ai campionati italiani, due d’oro e tre bronzi, infine ho disputato un’altra gara molto bella nel 2007 a Marsiglia, dove sono arrivato quarto confrontandomi con atleti fortissimi che si preparavano alle Olimpiadi. Poi ci sono stati vari tornei internazionali sia in Italia che all’estero.

Pensavi di raggiungere questi risultati?

Beh, all’inizio era un gioco, ma con le prime vittorie ho capito che impegnandomi potevo andare lontano! Sai, la difficoltà maggiore consiste nel fatto che con questo sport non si può vivere, perché i rimborsi sono minimi, perciò devo anche lavorare per mantenermi. La cosa migliore sarebbe entrare in un gruppo sportivo, magari uno delle Forze Armate, ma per ora non mi è riuscito… solo così il Judo diventerebbe un lavoro. Comunque ho 22 anni e c’è ancora tempo.

Raccontaci come è divisa la tua giornata tra lavoro e sport…

La mattina lavoro nella tappezzeria di mio padre; nel pomeriggio lavoro ancora un paio di ore e poi vado in palestra. Mi alleno due ore tutti i giorni, mentre il fine settimana sono in giro a disputare gare, e lo faccio sia per rimanere in allenamento sia per aumentare il mio curriculum sportivo.

Quando ti alleni con la tua squadra ti senti in competizione con i tuoi compagni, oppure vi considerate una “grande famiglia”?

Un po’ di rivalità c’è sempre, però ci ricordiamo anche di essere compagni, amici. Quando siamo in palestra cerchiamo di essere un gruppo unito, anche perché ognuno di noi si confronta con la sua categoria, con le persone del suo peso, quindi è difficile che ci si trovi l’uno contro l’altro. Io cerco sempre di riservare lo spirito agonistico con gli atleti che vengono dalle altre palestre. Questo è il mio punto di vista, magari qualcun altro sentirà più competizione all’interno del gruppo. (sorride)

Tra gli appassionati di questo sport sei già una celebrità, giusto?

In effetti sì, anche quando sono qua a casa, in molti mi vengono a cercare per propormi di allenarmi nelle loro palestre: alcuni vogliono che mi alleni con i bambini per fargli conoscere meglio questo sport, oppure mi chiedono di andarli a trovare tanto per farmi vedere. Cerco di fare il possibile, soprattutto se a chiedermi questi favori sono gli amici. La cosa ovviamente mi fa piacere, anche perché mi fa sentire apprezzato. Nel resto d’Italia mi conoscono abbastanza, ma in Toscana sono un po’ “il Vip del Judo”.(sorride)

Per te invece, qual è un atleta di riferimento?

Il mio allenatore nonché amico Girolamo Giovinazzo, che fino all’anno scorso mi ha seguito in palestra: pensa che alla mia età si era già qualificato secondo alle olimpiadi. Poi nella sua carriera ha nuovamente partecipato alle olimpiadi vincendo due medaglie d’oro. Lui è il massimo, è il “Maradona del Judo”! 

Dimmi la verità, cosa ne pensano la tua famiglia e la tua ragazza, di questo campione, di questa celebrità sempre in giro per il mondo, che non si ferma neanche un attimo?

Intanto la mia ragazza pratica il mio stesso sport, quindi mi capisce…

…Spero che voi due non litighiate mai, altrimenti “volano le sedie”?!

(ride)… No no, tranquillo non litighiamo mai: lei studia a Pisa e a differenza di me si divide tra lo sport e i libri. I miei genitori sono contentissimi di questa mia passione e mio padre mi segue in tutte le gare, tanto che le persone credono che sia il mio allenatore! Lui è il mio primo tifoso e se non ci fosse stato lui avrei smesso tanti anni fa di praticare questo sport.

Cosa sogni per il tuo futuro?

Mi piacerebbe collezionare altri successi a livello agonistico ancora più prestigiosi di quelli che ho ottenuto fino ad ora:  in più sto seguendo un corso per istruttore perché in futuro vorrei aprire una palestra tutta mia, visto che a Quarrata non c’è più una palestra di Judo …tutto questo ovviamente quando finirò di fare le gare.

Questa pubblicazione si occupa di Quarrata, quindi vorrei sapere cosa rappresenta questa città per te?

Io quando sono a Quarrata, sono a casa! Io qua ci sto poco perché lo sport mi porta sempre in giro per il mondo, ma quando ritorno dai miei amici, dai miei cari, mi sembra sempre di essere tra quattro mura domestiche, anche se sono in piazza Risorgimento perché è il posto che è ospitale, intimo, familiare. Questa sensazione la sento fortissima quando mi trovo in altre città e ripenso a “Voi di Qua”!

 
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