Montale nella storia della lingua italiana

Montale nella storia della lingua italiana

di Giacomo Bini

marzo 2018

Il nome di Montale occupa un posto importante nella storia della lingua italiana. Sono infatti montalesi alcuni lessicografi, cioè studiosi della lingua e autori di vocabolari, che nell’ottocento hanno lasciato una traccia profonda nella definizione e nello sviluppo della lingua nazionale. Si tratta di Lorenzo Nesi e Atto Vannucci, entrambi originari di Tobbiana, Pietro Fanfani, nato a Colle Alberto e Gherardo Nerucci, autore delle Sessanta novelle popolari montalesi. Non è azzardato dunque affermare che se il Manzoni, per raffinare il suo italiano, risciacquò i panni nelle acque dell’Arno, forse anche una risciacquatina nella Settola di Montale non è affatto inutile per capire l’evoluzione della nostra lingua.

E’ ciò che si è fatto in un convegno su “Pistoia e la lingua dell’Italia Unita”, tenutosi recentemente alla biblioteca Forteguerriana, in cui l’opera dei quattro scrittori e lessicografi montalesi, è stata oggetto di analisi e di studio, insieme a quella degli altrettanto illustri pistoiesi Policarpo Petrocchi e Giuseppe Arcangeli.

L’abate Lorenzo Nesi, nato a Tobbiana nel 1781 e morto a Firenze nel 1848, è autore del Dizionario ortologico-pratico della lingua italiana, è il primo in assoluto a riportare anche la pronunzia esatta delle parole e ad offrire indicazioni di ortografia, presentando oltretutto un prezioso Saggio sull’uso dei sinonimi. Pubblicato per la prima volta a Pavia nel 1824, il dizionario ebbe varie edizioni a Milano e a Napoli e l’autore continuò a lavorarci e a perfezionarlo per tutto il resto della sua vita tanto che la quarta edizione vide la luce nel 1847, aumentata di «aggiunte e correzioni» e dopo la morte dell’abate Nesi ne uscì un’altra ristampa nel 1851 e una nuova edizione nel 1857. Lorenzo Nesi concepì il suo dizionario come uno strumento per insegnare la lingua italiana nelle scuole elementari, perché l’istruzione primaria fu il suo principale interesse da insegnante e direttore di istituzioni scolastiche.

Anche Pietro Fanfani (Montale 1815 – Firenze 1879) è autore di importanti vocabolari, dal Vocabolario della lingua italiana (1855), al Vocabolario dell’uso toscano (1863) fino allo straordinario Vocabolario della lingua parlata (1875) scritto insieme a Giuseppe Rigutini e fonte inestimabile di lemmi e modi di dire della nostra tradizione popolare e anche colta. Va subito precisato che per lungo tempo (e tutt’ora in molte biografie del Fanfani) si è sostenuto che egli sia nato a Collesalvetti in provincia di Livorno, una città che ancora oggi si vanta di aver dato i natali al famoso linguista, ma uno studio condotto da Vasco Gaiffi nel 2001 (Pietro Fanfani di Pistoia. Lessicografo poligrafo, Patriota, edizione della Brigata del Leoncino di Pistoia, 2001) dimostra inequivocabilmente, riportando in appendice l’atto di battesimo, che Pietro Fanfani fu battezzato in una chiesa pistoiese perché suo padre era fattore nella tenuta di Colle Alberto di Montale. Ed è proprio a Colle che Fanfani è nato anche se vi è rimasto, con la famiglia, solo un paio d’anni.

Atto Vannucci, storico, letterato e uomo politico nato a Tobbiana nel 1810 e morto a Firenze nel 1883, ha contribuito alla lingua italiana come accademico della Crusca, nominato nel 1848, dove si dedicò ad un’opera lessicografica che è stata oggetto di studio proprio in occasione del convegno pistoiese.

Il più giovane dei quattro linguisti montalesi, Gherardo Nerucci (Pistoia 1828 – Montale 1906) ci ha lasciato, oltre allo scritto più famoso (Le sessanta novelle popolari montalesi) anche un magnifico Dizionarietto di voci toscane vive all’interno del suo Saggio di uno studio sopra i parlari vernacoli della Toscana (1865) e un preziosissimo Vocabolario del vernacolo montalese in appendice alle Cincelle da Bambini del 1880.

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