L’amore ai tempi del veganesimo

L’amore ai tempi del veganesimo

di Carlo Rossetti

giugno 2017

Avvicinandosi l’estate non poteva mancare un dibattito sulle diete e pare che oggetto di maggiore considerazione siano quella vegetariana e quella vegana. Pur essendoci numerose cose di cui parlare, non si può negare che un argomento del genere sia molto più rilassante e indicato ad essere trattato, specie da signore sotto l’ombrellone vicino al mare in attesa dell’abbronzatura, mentre sferruzzando a maglia, dissertano di inestetismi e creme che assicurano tonicità alla pelle come a vent’anni.

Vegano o vegetariano? Questo è il problema. Anche Amleto, il Principe danese avvezzo e minato da dubbi esistenziali, avrebbe fatto fatica a tirarne fuori le gambe con un quesito così. Questo tipo di diete sono ispirate al concetto di eliminare carne e pesce dalla propria alimentazione, basate su un atteggiamento etico che rifiuta ogni sfruttamento degli animali per qualsiasi scopo, mirando  a dare all’uomo un’alimentazione più sana ed equilibrata, perciò più adatta a garantire un buono stato di salute. Meritorio è il rispetto nei confronti degli animali che sottolinea l’inutilità delle sofferenze che vengono loro inflitte, come la TV ha fatto vedere molte volte con servizi su alcuni allevamenti intensivi. Ma un cambiamento del nostro regime alimentare non è facile da ottenere come può sembrare. Immaginate come i seguaci dell’amatriciana, i cultori della bistecca alla fiorentina, i patiti del cinghiale in umido con tanto di pappardelle fatte in casa, possano prestare interesse alla cultura vegetariana o vegana. Sarebbe tempo perso e fiato sprecato. Neanche presentando loro le proprie analisi con eccessi di trigliceridi e di colesterolo, si potrebbe farli riflettere sull’opportunità di cambiare.


Senza approfondire l’argomento, abbastanza specifico, va ricordato che anche per l’abbigliamento, tutto ciò che è legato all’ambiente animale, vedi la lana e il cuoio ad esempio, sono tassativamente banditi. Intanto si stanno creando movimenti denominati “Le iene vegane” con lo scopo di promuovere e propagandare la loro filosofia, pronti a manifestare e ostacolare la vendita di carne e dei suoi derivati. Forse questa non è la strada migliore per raggiungere lo scopo; infatti se è giusto da parte loro far conoscere i benefici legati alla dieta vegana, è altrettanto vero che gli altri hanno il diritto di non vedersi imporre un’alimentazione che non rispecchia il proprio gusto. Si fa strada la notizia che anche le mense, specie quelle scolastiche, dovranno essere in grado di rispondere all’esigenza di diete vegetariane o vegane, perché si capisce che qualcosa si sta muovendo nel rapporto tra noi, il cibo e l’ambiente.

Nel frattempo c’è già chi si mette avanti e prende in considerazione un aspetto della vita che a prima vista sembra apparentemente estraneo al nostro discorso: il sesso. Grazie all’idea di Gabrielle Lods, lungimirante e maliziosa ragazza ginevrina, un’azienda cinese ha messo in fabbricazione profilattici vegani. Ma come, si dirà, siamo già arrivati anche a questo? Ebbene sì. Per il momento sarà realizzato in una sola “taglia” standard, in attesa che il settore dell’amplesso dia indicazioni e soprattutto risultati positivi sull’apprezzamento del nuovo prodotto, quindi verranno prese in considerazione le altre taglie fino all’extra large. Perciò d’ora in poi, l’uomo che ha successo in campo femminile, dovrà essere munito per i suoi incontri amorosi anche di profilattici di origine vegana, per non trovarsi impreparato e mandare tutto a monte se la partner ne facesse richiesta. Un dubbio però ci assale: di questo passo non arriveremo mica a esigere oltre al profilattico vegano, anche il contenuto? 

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