Luca Branchetti – il "liutingegnere"

Luca Branchetti – il "liutingegnere"

di Carlo Rossetti

ottobre 2012
 

Il percorso artistico-artigianale di Luca Branchetti potrebbe essere definito dal flauto traverso al violino. Studente di ingegneria in “stand-by”, nel senso che deve ritrovare la motivazione per concludere gli studi, si occupa di musica suonando il flauto traverso nella Filarmonica locale e interessandosi nel contempo al violino, non inteso come studio dello strumento ma come costruttore, cercando di diventare un giorno un ottimo liutaio. Lo possiamo vedere con un occhio rivolto allo spartito e con l’altro attento a non perdere di vista la bacchetta del maestro durante i concerti della Banda, o nel suo laboratorio intento a dare forma al ricciolo di un manico e sagomare con lima e carta vetrata i piani armonici. Si può senz’altro dire che è molto portato per questo tipo di lavoro, primo perché è un ragazzo intelligente, poi perché accompagna alla sensibilità che non è soltanto musicale, una evidente capacità manuale, qualità dalla quale non si può prescindere, se si vogliono realizzare violini. Ha insomma del talento. Può sembrare impossibile che una persona incline ai calcoli che ne hanno determinato anche la scelta nel campo dello studio, possegga quell’estro, quella creatività necessari per un lavoro quale è il liutaio che, se proprio non è espressione artistica, è comunque il frutto di un alto artigianato. Ma proprio i suoi studi di ingegneria si rivelano particolarmente utili in questo caso, perché se si vuole che il violino suoni bene, bisogna ricorrere a calcoli matematici precisi, oltre ad avere s’intende una mano sicura che sappia trattare il legno e ne conosca i suoi segreti. E non è detto che, nonostante questo, ciò avvenga. Sono molti i fattori che concorrono a un buon risultato e non controllabili durante la lavorazione. C’è qualcosa che sfugge al controllo del liutaio e che è affidato misteriosamente al caso. E’ da qui che nasce e si perpetua il fascino del violino.

Per il suo lavoro è spesso a Cremona, la patria del violino per i natali che ha dato a Stradivari, ad Amati, a Guarnieri, dove si reca per acquisti di materiale o di particolari utensili. Ma questa è anche l’occasione per incontrare liutai di lungo corso, per cercare di carpire da loro informazioni, piccoli segreti e dettagli che possono essergli utili. I risultati finora ottenuti da Luca sono stati buoni se, violinisti di provata capacità e di grande esperienza, hanno espresso pareri lusinghieri sui suoi strumenti. Ne è la prova il fatto che alcuni dei suoi violini sono stati utilizzati da professori dell’Orchestra del Maggio Musicale, i quali si sono dichiarati soddisfatti. Ed è proprio il violinista il naturale destinatario del lavoro di un liutaio, che può dare infine, dal suo punto di vista privilegiato, il parere più autorevole.

Luca, pur essendo giovane, è molto considerato in quest’ambito perché certi professori, di cui lui è diventato amico, hanno capito che è degno di attenzione perché ha della stoffa, e anche perché sa farsi apprezzare per la sua maniera garbata di porsi. Anche da loro lui trae suggerimenti, annotazioni, che gli servono per arricchire il suo bagaglio professionale. Fino a questo momento non sono molti i violini che Luca ha costruito, perché è recente la sua appartenenza al mondo della liuteria ed anche perché portare a termine uno strumento richiede un tempo che va da uno a due mesi di lavoro, in cui la verniciatura rappresenta la parte più difficile e laboriosa. Visti i risultati, è auspicabile che possa diventare veramente un buon liutaio, condizione che ha bisogno di grande esperienza e che deriva da un lungo apprendistato. Nel frattempo speriamo che ritrovi le motivazioni per riprendere lo studio e tra un violino e un altro, finalmente laurearsi. Questo gli consentirebbe di applicare fuori dalla porta una targhetta con su scritto: Luca Branchetti – Ingegnere e Liutaio, o se preferisce, “LIUTINGEGNERE”.

 

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