Medici di famiglia: a che punto siamo?

Medici di famiglia: a che punto siamo?

di Daniela Gori

settembre 2022

E’ un problema a livello nazionale ormai, e anche Quarrata non fa eccezione: non si trovano laureati e specializzati in medicina generale disposti a sostituire i medici di assistenza primaria – quelli che per abitudine vengono chiamati medici di famiglia – che per l’inevitabile ricambio generazionale lasciano vacante il proprio posto. La penuria di dottori di medicina generale sta mettendo a dura prova il sistema sanitario di base. La Asl Toscana centro è in difficoltà nel reperire nuovi incaricati perché pur contattando i medici presenti nelle graduatorie non riesce a trovare nessuno che dia la disponibilità. L’unica soluzione praticabile pertanto resta invitare gli assistiti a scegliere un nuovo medico di medicina generale tra quelli già convenzionati, ai quali l’Azienda sanitaria ha provveduto temporaneamente ad innalzare il numero massimale di pazienti. 

Una situazione che si era già verificata in primavera con il pensionamento dei due medici Leandro Daddi e Giovanni Bonacchi, entrambi con 1.600 pazienti ciascuno. La soluzione di alzare il massimale dei dottori di famiglia presenti sul territorio aveva spinto l’allora sindaco Marco Mazzanti a intervenire con una lettera aperta al direttore generale dell’Asl Toscana Centro Paolo Morello Marchese, alla Presidente della Società della Salute Pistoiese Annamaria Celesti e al Direttore della S.d.S. Daniele Mannelli, per sollecitare un intervento tempestivo. Fortunatamente poi vennero trovati i due sostituti, i dottori Elias Jabbour e Stefano Granelli. A giugno poi è andata in pensione anche la dottoressa Annarita Bindi e anche il nuovo sindaco Gabriele Romiti aveva sollecitato Daniele Mannelli per essere messo al corrente su come la Asl potesse risolvere la situazione. 

Il rimedio tampone però continua ad essere quello di aumentare il massimale a 1.800 assistiti, almeno 300 oltre quello che è considerato il limite massimo, tenendo presente che il numero di pazienti pro capite considerato ottimale è attorno ai 1000 individui. A breve altri medici per raggiunto il limite di età abbandoneranno il loro ambulatorio lasciando centinaia di pazienti sguarniti dal punto di vista dell’assistenza di base, senza più quella figura di riferimento a cui si rivolgevano per problemi di salute anche seri, che conosceva la loro storia clinica e nella quale riponevano tutta la loro fiducia. 

A causare questo momento critico a Quarrata, che appunto riflette l’andamento della medicina generale non solo della Regione Toscana ma di tutto il Paese, è, una serie di fattori, primo tra tutti il fatto che non c’è equilibrio tra il picco di pensionamenti e le borse di specializzazione post laurea in medicina generale per i giovani futuri dottori. Si consideri poi che se da un lato la professione di medico di base non risulta abbastanza valorizzata né remunerata, dall’altro lato i giovani preferiscono altri tipi di specializzazione che permettono di esercitare privatamente la libera professione, più redditizia e senza l’obbligo di reperibilità. E’ sempre meno appetibile insomma quella professione medica che richiede qualificata professionalità, che sia in grado di fare da filtro del sistema sanitario e che abbia capacità di relazionarsi con il paziente in modo costruttivo e sacrificando spesso il tempo libero, ma senza la parcella salata dei colleghi che lavorano negli ambulatori privati.

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