Via Rubattorno – fra storia e memoria popolare

Via Rubattorno – fra storia e memoria popolare

di Luciano Tempestini

giugno 2022

Qualsiasi città, paese o piccolo borgo abitato, ha un certo numero di vie dedicate a personaggi famosi, luoghi o date che hanno segnato la nostra storia nazionale. Però ce ne sono altre i cui nomi non si spiegano aprendo i libri di storia; è il caso di via Rubattorno, situata in località Santonuovo.

Innanzi tutto il solo pronunciala fa sorridere e nel tempo questo toponimo ha alimentato leggende e dicerie sulla sua origine, e nemmeno una ricerca fatta da noi nelle biblioteche della provincia, è riuscita a fare chiarezza sul perché di “via Rubattorno”. Così, come è accaduto altre volte durante le nostre ricerche di storia locale, ci siamo dovuti dividere tra gli archivi polverosi e le passeggiate in giro per Quarrata, andando a suonare qualche campanello per parlare con gli anziani del luogo. E come sempre facciamo, iniziamo dalla storia contenuta nei documenti, da cui apprendiamo che si parla di via Rubattorno già in un censimento del 1776, voluto dal governatore del Granducato di Toscana, Pietro Leopoldo I, per avere una toponomastica completa del territorio.

Sfogliando le carte apprendiamo che la strada, già nel diciottesimo secolo, seguiva il percorso attuale, senza alcuna alterazione. La sorpresa nasce invece nel constatare che all’epoca Montemagno era Comune, e veniva identificato come “Comune di Monte Magno e Castra”. Il censimento annota che dalla chiesa di “Monte Magno” scendeva una “Strada Maestra Comunale” (oggi via Montemagno) che arrivava fino all’attuale lago di Santonuovo; da qui partiva via Rubattorno, come accade tutt’ora. E come oggi girava attorno alla fattoria Poggi Banchieri e proseguiva verso Piuvica con un andamento tortuoso, attraversando l’attuale zona industriale di Santonuovo. Il censimento è preciso e spiega tutto il percorso, assolutamente sovrapponibile all’odierno senza deviazioni. Sul versante nord si dice: “Strada Comunale detta della Prata che si parte da Rubattorno dal Podere degli Agostini, e si estende la parte di mezzo giorno e conduce alla Casa e Podere dei sign.ri Politi, e da detto Luogo Conduce alla Casa e Podere di sig.ri Baldinotti, e attravarsa il fiume Stella, e farà di Lunghezza Mezzo Miglio”. Fra l’altro, anche via della Prata esiste ancora.

Mentre a ponente via Rubattorno terminava davanti al piccolo rio Morione. Da lì iniziava la “giurisdizzione” (scritto con due “z”) di “Seravalle” (scritto con una sola “r”), ed anche questo confine non è mutato nei secoli, e persino il rio si trova sempre al suo posto.

Però, com’è ovvio, il censimento non si occupa del perché si chiami così, ma la tradizione popolare vuole che sia legato al fatto che in quei tempi nella campagna “folta” avvenissero molti furti e razzie. Così la via col suo nome, che inizia ruotando attorno alla tenuta Poggi Banchieri, informava che si ruba attorno alla fattoria e alle sue proprietà”

Le persone del luogo che sostengono questa teoria ci hanno invitato a visitare dall’esterno i casolari della zona, chiedendoci di porre attenzione a quei pochi che conservano ancora le vestigia del passato. In particolare ci hanno detto di guardare le finestre, per notare che molte, già in antichità, avevano le inferiate anche ai piani superiori, a testimonianza che la gente voleva proteggersi dalle incursioni dei ladri. Ipotesi suggestiva e forse non del tutto infondata, perché il brigantaggio era una realtà anche dalle nostre parti.

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