Franco Burchietti – scrittore di gialli

Franco Burchietti – scrittore di gialli

di Marco Bagnoli

settembre 2019

A questo giro siamo andati da Franco Burchietti e farci raccontare cosa fa nella vita; e dal momento che adesso passa il tempo a “raccontare”, allora siamo cascati proprio bene. 

Franco Burchietti è originario di Montemagno, dove è nato e dove è tornato a stare di recente, dopo aver vissuto anche a Pistoia e a Volterra per lavoro. È stato un dirigente di scuola professionale prima di assumere il ruolo di dirigente di Asl. Ha ricoperto inoltre il ruolo di assessore per il Comune di Quarrata nel corso del mandato del sindaco Sabrina Sergio Gori, dal 2007 al 2010. Da molti anni è inoltre un volontario e il presidente del Ce.I.S., l’Associazione Centro di Solidarietà di Pistoia onlus, che si occupa di tossicodipendenze, con centri operativi a Pistoia, a Masotti e a Larciano, un’esperienza questa che reputa ben più soddisfacente di quella politica. 

Dal 2004 è felicemente in pensione e una decina di anni dopo, nel 2014, inizia la sua nuova vita letteraria, quella dall’altra parte della pagina. Per molti anni è stato un accanito lettore, in particolare di libri gialli, a partire da quelli del commissario Montalbano di Andrea Camilleri, del quale colleziona tutti i volumi, fino a Marco Malvaldi, Maurizio De Giovanni, Marco Vichi e Leonardo Gori. Franco è anche membro e consigliere dell’Associazione Giallo Pistoia

La prima fatica sulla bianca pagina del nostro Franco Burchietti, tinta di giallo, inizia un po’ per caso, come completamento di un’idea che aveva iniziato a buttare giù, quasi a perdi tempo; si chiama “Il cadavere del lago”, ed è uscito nel 2015 per Atelier di Pistoia. Quest’anno è uscito il seguito, “Il cugino inglese”, per Effigi di Arcidosso. 

A caratterizzare i due lavori sono l’ambientazione, quello della nostra provincia contemporanea, e, soprattutto, i personaggi. Sono infatti il commissario De Girolamo e il barbiere Fernando, detto Ciuffo, a condurre le indagini necessarie a dipanare la consueta matassa di un romanzo giallo che si rispetti. Visto il generale apprezzamento del materiale, il nostro Franco sta già meditando il terzo capitolo della saga, al quale auguriamo a questo punto la migliore e la più estesa delle prosecuzioni. A metà della lavorazione del secondo volume si colloca la stesura di due racconti per due diverse raccolte di scrittori toscani, “La sagrestia di S. Jacopo si tinge di rosso”, contenuto in “Intrighi di palazzo”, e “Un pezzetto di stoffa a quadri”, nella raccolta “I misteri della Porrettana”, entrambi editi nel 2017 per le edizioni Atelier di Pistoia. A caratterizzare la scrittura di Franco è l’uso del dialetto tipico delle zone delle quali ricostruisce l’ambientazione, imperniata su di una cittadina sul tipo d Quarrata, ma del tutto immaginaria, chiamata Valleciterna, un nome mutuato da una collina sopra Montemagno, Citerna appunto. Franco si era già cimentato nella stesura di alcuni libri prettamente tecnici, inerenti il suo lavoro, e nel 2018 aveva scritto un volume per celebrare i 35 anni di storia della Ce.I.S., ma non ha fatto fatica, sembra, a vestire i panni dell’autore di storie. Ma la fiction si spinge fino a un certo punto, perché la cornice del suo racconto è quanto mai calata nella realtà, quella legata al mondo della droga per il primo libro e quello dell’immigrazione per questo secondo. Il terzo capitolo sarà incentrato sul mondo del gioco d’azzardo patologico. 

Potremmo a questo punto prendere a raccontarvi il contenuto di questi fortunati volumi, ma siamo certi che finiremmo col togliere tutto il piacere della lettura e il gusto della scoperta. Comunque se proprio volete, possiamo dirvi che l’assassino è…

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