Il mio ricordo di Roberto Pacini

Il mio ricordo di Roberto Pacini

di Massimo Cappelli

settembre 2010

“Quel gran genio del mio amico, lui saprebbe cosa fare, lui saprebbe come aggiustare, con un cacciavite in mano fa miracoli.” Battisti – Mogol 1977

Si vive di ossigeno, di acqua, di cibo e… di emozioni. Le prime sostanze nutrono il nostro apparato fisico, le emozioni invece nutrono la nostra esistenza, sono cibo per la mente. Esse nascono dalle esperienze, risiedono nei ricordi e alimentano i nostri sentimenti, uno dei quali, senza dubbio, l’Amicizia. Ai tempi di Mogol – Battisti, con Roberto e la nostra compagnia abbiamo condiviso molto: i pomeriggi alla Pineta, le serate al Tamburo della Luna o in altri dancing in località limitrofe, le ferie a Rimini. Abbiamo trascorso tante di quelle giornate goliardiche e spensierate da lasciare un ricordo indelebile nella nostra memoria. Poi, come succede, si cresce, ognuno prende la sua strada, ci si perde di vista. Ma quando capita di ritrovarsi, i ricordi prendono subito il sopravvento ed è praticamente impossibile passare meno di mezz’ora a rammentare aneddoti piacevoli. Questo era successo una ventina di giorni prima dell’incidente, ci eravamo stretti la mano nella sua officina, anzi, lui mi aveva dato il dorso del polso destro, come fanno gran parte dei meccanici e mi aveva comunicato il progetto di ampliare l’azienda. Poi nella seguente mezz’ora ci siamo catapultati indietro nel tempo di 33 anni nelle vacanze a Rivazzurra (estate del 1977), come si vede nella foto riportata qua sotto. Alla fine, sorridendo, come era nel suo stile ha esordito: “Ora pena poco, levati dalle palle che ho da lavorare”.

Quando mi è arrivata la notizia, la mia prima reazione è stata di incredulità, seguita da un senso di vuoto, successivamente il mio pensiero è andato alla moglie e ai figli: lo sconforto che io provavo in quel momento, sicuramente era niente in confronto a ciò che provava la sua famiglia. Rivolgendomi proprio ai suoi familiari e cercando di essere retorico il meno possibile, ho voluto scrivere questo pezzo sulla scomparsa di Roberto per esprimere una mia profonda convinzione: sono consapevole che sarà dura ma sono altresì convinto che per Superare è fondamentale Credere e Ricordare. La Fede, fortuna chi ce l’ha (quella vera intendo) sicuramente sarà di enorme aiuto, ma è dai ricordi che dobbiamo attingere la forza per superare tutte le avversità che la vita ci riserva, anche da quelli apparentemente più insignificanti come il ricordo di un bambino che gioca con i baffoni dello zio.

Un caloroso abbraccio a Daniela, ai ragazzi, a tutti i parenti e a tutti quelli che hanno conosciuto Roberto Pacini: “Quel gran genio del mio amico, con le mani sporche d’olio”.

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