il muretto di Olmi

il muretto di Olmi

di Luciano Tempestini

dicembre 2018

Chi ha vissuto gli anni ’60 ricorderà che non vi erano in quel periodo molte attrazioni di svago. Chi non c’era, come i ragazzi di oggi, si potrebbe domandare: “Cosa avveniva nei momenti di svago, dopo la scuola o dopo il lavoro?” Pensate un po’, cari giovani: non esistevano i telefonini, niente facebook, niente giochi on line, la tv trasmetteva con solo due canali ed erano pochissime le famiglie che potevano avere il vanto di possederne una. L’auto era un privilegio raro e i giovani più fortunati avevano uno scooter, spesso di seconda o terza mano. Eppure quanti aneddoti felici ci accompagnano nel nostro cammino fra i ricordi di quei giorni… Un esempio calzante è l’articolo che state per leggere.

Quelli che stiamo per raccontare erano i tempi dei “muri”: in Italia c’era ad esempio il “Muretto di Alassio” con il  relativo concorso di “Miss Muretto”, dove belle ragazze sfilavano e si mostravano nella loro avvenenza, per fotografi di rotocalchi e tv. Poi vi era anche un muro internazionale più famoso (e tragico), “Il muro di Berlino”. 

Anche noi a Quarrata avevamo in nostro “muretto” situato ad Olmi; certamente molto meno importante e famoso di quelli sopra citati, però vi posso assicurare che quando è stato abbattuto per allargare la strada e l’incrocio, molti di coloro che lo avevano frequentato, provarono una profonda tristezza. Questo sentimento, misto all’immancabile nostalgia, l’ho rivisto negli occhi di coloro che ho contattato per farmi raccontare quei momenti vissuti seduti lì sopra. Il “Muretto” come lo definisce nei suoi ricordi l’amico Carlo Spini, era posto precisamente all’incrocio di Olmi e per chi arrivava da Casini sulla statale 66, rimaneva sulla propria destra, appena si immetteva in via IV Novembre, per raggiungere Agliana. Quindi era un muretto anomalo, stondato, di curva, che forse in origine serviva da confine tra la strada e l’esercizio del bar Aiuti (detto “Il Nardi”); ma la caratteristica che lo rendeva molto frequentato era la sua altezza, che lo trasformava in una comoda panchina per gli avventori del bar e non solo. Seduti lì sopra si parlava di sport e alcune volte di politica, ma soprattutto si ideavano scherzi e prese in giro nei confronti di chi transitava in quei paraggi; il muretto all’occorrenza diventava anche un baluardo di difesa per rifugiarsi da chi subiva lo scherzo e non la prendeva molto bene. Talvolta invece, diventava semplicemente una tribuna per assistere a ciò che accadeva nei paraggi, con relativi commenti. 

Capirete bene il motivo per cui a Olmi circolava il detto: “L’incrocio fa buca, acqua e allocchi si fermano tutti qui”. Di seguito, una carrellata di scherzi avvenuti nei paraggi del “Muretto di Olmi”.

Il Toro di Montale

Una sera di primavera, un signore con la sua bicicletta si fermò nei pressi del muretto, iniziando a conversare con coloro che vi erano seduti; dopo alcune battute di rito, il signore affermò di essere il “Toro di Montale”, alludendo alla sua virilità. I frequentatori del muretto, dopo aver sondato le “caratteristiche” del soggetto, lo convinsero a conquistare una bella e giovane sposa del luogo, che per l’appunto era appena transitata di lì a piedi e il cui fascino non aveva lasciato indifferente il “Toro”. Però quelli del muretto avvertirono il montalese che per conquistarla, bisognava presentarsi a mezzanotte sotto la sua finestra per dedicarle una serenata appassionata. Il “Toro” quella sera arrivò all’ora concordata e cantò le sue strampalate litanie, ma il suo concerto finì miseramente, perché un frequentatore del muretto gli aveva riservato un gavettone di 10 litri di acqua gelata che lo prese in pieno, raffreddando così i suoi bollenti spiriti.

Contro il logorio della vita moderna

Nel 1966 circolava un famoso spot televisivo con l’attore Ernesto Calindri, dove lui, seduto ad un tavolo nel bel mezzo di un incrocio, leggeva un giornale senza curarsi del traffico cittadino che gli gravitava intorno. Lo slogan recitava: “Contro il logorio della vita moderna bevete…” Partendo da qui, l’amico Vittorio Cocchi (detto “Cresciona”) scommise che avrebbe messo in atto la medesima scena per almeno mezza ora, proprio al centro dell’incrocio di Olmi! Così fece, tra le risate dei presenti sul muretto e gli improperi di quei pochi camionisti che avevano la sfortuna di transitare in quel momento. Naturalmente vinse la sua scommessa.

Lavoratoreee…

Un assiduo frequentatore del muretto transitava spesso col trattore all’altezza dell’incrocio e al suo passaggio, gli amici seduti al solito posto, non perdevano mai occasione per schernirlo. Un giorno, per rincarare la dose, arrivarono addirittura a citare la frase famosa di un film di Fellini: “Lavoratoreee…” seguito da un’immancabile, lunga e sonora pernacchia. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso e la reazione del conducente del mezzo fu immediata: alzò all’altezza del muro l’attrezzo che serviva per tagliare erba, e fece una repentina inversione a “u”, puntando deciso verso chi era seduto, che fu costretto a lanciarsi in terra per ripararsi dalle lame. Fra l’altro, nella caduta, alcuni riportarono escoriazioni a ginocchi e gomiti. Comunque sia la lezione venne recepita, perché nelle volte successive in cui l’avventore passava col suo trattore nel pressi dell’incrocio, riceveva dagli amici del muretto solo un timido e breve saluto.

Il fischietto

Carlo Spini ricorda ancora gli scherzi che prendevano di mira chi passava dall’incrocio in auto o in scooter; scherzi che spesso si risolvevano con delle invettive verso quelli del muretto, che però talvolta rischiavano di diventare pericolosi. A tale proposito, qualcuno una volta ebbe l’idea di munirsi di un fischietto come quello in dotazione alla Polizia stradale e con questo, iniziò a prendere di mira automobilisti e scooteristi, che a quel suono inconfondibile si bloccavano timorosi con la paura di  aver commesso infrazione al codice della strada. Immancabilmente, dopo qualche attimo di attesa e dopo essersi resi conto di aver subito lo scherzo, questi ripartivano imprecando. La possibile pericolosità di quello scherzo si materializzava quando all’incrocio c’era davvero la Polizia stradale! Capitava così che alcuni, sentendo nuovamente il fischietto e pensando di essere ancora vittime di uno scherzo, continuavano tranquilli la loro marcia senza neanche soffermarsi, costringendo così gli agenti a saltare in sella alle loro moto Guzzi per partire all’inseguimento… il tutto naturalmente seguito dalle risate dei presenti sul muretto.

Tanti altri aneddoti potrebbero essere raccontati e forse in futuro torneremo sull’argomento. Oggi pensiamo solo a ricordare e a sorridere.

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