La fontana che “scalda” gli animi

La fontana che “scalda” gli animi

di David Colzi

giugno 2011

L’inaugurazione della cosiddetta “Fontana di Buren” non è stata certo bene accolta da gran parte della popolazione quarratina. Le critiche che vengono mosse anche sulla nostra pagina di Facebook, sono essenzialmente di tre tipi:

1.La Fontana è brutta.

2. I soldi spesi per la fontana potevano essere meglio impiegati, magari per risistemare il manto stradale di alcune frazioni, oppure per migliorare altri angoli della nostra città.

3.La sua collocazione deturpa il paesaggio davanti a Villa La Màgia.

Per quanto riguarda il primo punto, c’è poco da dire: ognuno giudica l’arte con i propri criteri di gusto (e qui non entriamo nel merito di cosa sia arte, altrimenti “non ne usciamo più”). Il secondo punto, in effetti, è dettato “dalla pancia” dei nostri concittadini e affonda le sue radici in vecchie questioni sul decoro e mantenimento della nostra Quarrata. In questo caso però, parte da un presupposto sbagliato. Infatti il Comune non ha pagato l’opera, in quanto il tutto è stato finanziato dalla Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che obiettivamente spende i suoi soldi come reputa più opportuno, quindi non gli si può chiedere di sostituirsi agli enti pubblici.

A tal proposito, il Sindaco Sabrina Sergio Gori precisa sul suo blog: “L’intera spesa per la realizzazione dell’opera è stata sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, che l’ha poi donata all’Amministrazione comunale. Le spese a nostro carico sono quindi limitate alla realizzazione dell’impianto di videosorveglianza, che non è funzionale solo al controllo dell’opera d’arte ma anche dell’area circostante”. E ancora: “La Fondazione Caript, come praticamente tutte le fondazioni private, non erogano contributi per realizzazioni di strade e asfaltature, ma solo per attività e progetti specifici a carattere straordinario per lo più in campo culturale e sociale”.

A nostro parere invece, l’indiscutibile nota dolente di tutto il progetto è la sua collocazione, cioè il punto 3 della lista. Non entriamo nel merito di valutare se lì dove si trova, cioè all’esterno della villa, stia bene o male. Più semplicemente ci chiediamo: perché ai quarratini non è stata comunicata “prima” l’intenzione di collocare un opera così voluminosa davanti ad un edificio storico come La Màgia? Magari, interpellando la cittadinanza, l’opera si sarebbe fatta comunque ma in un’altro luogo, proprio al fine di recuperare grazie all’Arte, un’angolo dimenticato di Quarrata. Oppure chissà, la maggioranza dei cittadini avrebbe approvato l’odierna collocazione, accuratamente motivata (sempre se qualcuno gli avesse chiesto un parere). Insomma, visto che oggi si fa un gran parlare di democrazia dal basso o democrazia partecipativa non sarebbe male sapere come la pensano i quarratini riguardo i “loro” spazi pubblici e la loro gestione, dato che sono, appunto, patrimonio di tutti.

Siamo felici che la location sia stata scelta da Buren e confermata dalla sovrintendenza: ma le famiglie di Qua che fine hanno fatto?

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