Francesco Bonti – fra cultura, politica e sport

Francesco Bonti – fra cultura, politica e sport

di David Colzi

dicembre 2018

Quarrata si sa, è “terra di frazioni”, nel senso che in molte di queste c’è un fortissimo senso si appartenenza. Se pensiamo a Casini, uno che si è speso molto per questa comunità, è certamente Francesco Bonti, la cui storia ci apprestiamo adesso a dipanare. Prima di iniziare però, sono doverosi gli auguri, perché il 21 dicembre festeggerà 90 anni, in compagnia dei suoi nipoti, Monica, Alberto, Stefania e relativi figli, Elena, Viola, Fiammetta e Nora: oltre a questi, aggiungiamo noi, insieme alle sue immancabili sigarette, alle quali non ha rinunciato neanche per la foto in questa pagina.

Iniziamo con la cultura, che nel caso di Bonti si divide tra teatro e poesia.

La passione per il teatro è iniziata da bambino, quando Francesco frequentava l’oratorio di don Giraldi a Casini, dove si cimentava in piccole recite; questa fu la scintilla che accese in lui il sacro fuoco dell’arte; un amore, quello per il palco, che negli anni non si interromperà mai. Infatti da adulto, negli anni ’50, si spostò di poco dalla sua amata frazione, per entrare a far parte della Filodrammatica Gino Melani di Vignole, di cui divenne uno dei promotori e primo attore. Fu grazie alle sue doti attoriali che venne in contatto negli anni ’60 con Vivaldo Matteoni e tutto il gruppo che gli girava attorno, da Millo Giannini a Carlo Rossetti. Naturalmente quello fatto con Matteoni era un teatro impegnato (e impegnativo) che vedeva la messa in scena di opere importanti come “L’uomo dal fiore in bocca” e “Tutto perbene” di Pirandello. Così, col passare del tempo, Francesco sentì l’esigenza di offrire al pubblico quarratino anche rappresentazioni più popolari, sicuramente più appetibili per quelle persone che non avevano una preparazione teatrale particolarmente elevata. Quindi, con questa volontà di rivolgersi a tutti, Bonti fondò nel 1989 la Compagnia teatrale “La Loggetta” di Casini, di cui è stato attore e regista fino al 2006, condividendo tante rappresentazioni con le altre due colonne portanti del gruppo: Ersilia Mantellassi e Perla Caramelli. Dicevamo all’inizio che l’altra passione di Francesco è da sempre la poesia,  declinata in autori quali Ungaretti e Montale, le cui opere ha decantato in pubblico in diverse occasioni nel pistoiese, ruotando anche intorno al G.A.D. di Pistoia: «Quella della lettura è una passione che ha trasmesso anche a noi nipoti» dice  Alberto Bonti. «Io ricordo ancora che quando ero bambino, lo zio ogni sera dopo cena ci leggeva brani dal libro Cuore di De Amicis. Per lui era un appuntamento fisso, come il TG1 serale che voleva che tutti vedessimo per capire il mondo. Tutt’oggi legge quotidianamente La Nazione».

La politica.

Francesco Bonti è stato un esponente politico di primo piano della DC locale, facendo parte come consigliere comunale di tutte le giunte del sindaco Amadori, dal 1951 al 1975. Inoltre è stato per un quinquennio assessore alla “pubblica assistenza”, occupandosi di persone in forte disagio sociale, ma anche di gente semplicemente sola come gli anziani, in un periodo in cui non c’erano ancora sul territorio tutte le associazioni di oggi, con i loro preziosi servizi. «Ho avuto tante soddisfazioni come assessore,» ricorda Bonti «perché ho potuto aiutare in concreto molti nostri concittadini». «Non si è mai risparmiato per gli altri» aggiunge il nipote Alberto «le persone lo venivano a cercare anche a casa per chiedere aiuto e la sua porta era sempre aperta». «Ho sempre cercato di dare il mio contributo alla comunità di Casini e di Quarrata,» puntualizza Francesco «senza approfittarmene né per me, né per i miei parenti». «Per noi la sua integrità stata una bella lezione di vita» sottolinea con giusto orgoglio la nipote Stefania. Il periodo dei governi Amadori, ben sintetizzato dal documentario “Quarrata in bianco e Nero”, era caratterizzato da tanti cambiamenti urbani che trasformarono Quarrata, da “paesone” a seconda città della provincia. Andando indietro con la memoria, il politico Bonti rammenta alcuni primati della sua frazione, come il campo da tennis realizzato a Casini (oggi asfaltato per far posto ad un parcheggio), o l’illuminazione pubblica che arrivò nella sua frazione prima di altre, sia nelle strade che allo stadio. Poi, nel 1975, ci fu il cosiddetto “sorpasso”, perché dopo decenni di Democrazia Cristiana, il governo della città passò ai comunisti. Bonti, essendo stato rieletto, passò ai banchi dell’opposizione e vi rimase per tutti e 5 anni della legislatura Caramelli. Nel 1980 lasciò ogni incarico pubblico. «In quel momento lo zio si fece da parte perché si riteneva soddisfatto di quel che aveva dato alla comunità» dice Alberto. «Tenga presente che il suo elettorato, concentrato qui a Casini, non lo aveva abbandonato, quindi avrebbe potuto tranquillamente continuare, ma lui voleva dare spazio ai giovani e questo per me è stato un bel gesto».

Sport.

Lo sport per Francesco Bonti è stato l’ennesimo pretesto per tenere unita e viva la sua frazione. Non a caso è stato nella seconda metà degli anni ’70 fra i promotori della nascita del campo sportivo di Casini. Poi del Gruppo Sportivo Casini calcio ha ricoperto i ruoli, sia di segretario che di presidente, a cavallo fra gli anni ’80 e ’90. Alcuni lo ricordano anche nelle vesti di speaker del campo, quando elencava le formazioni delle squadre. 

Come se quanto scritto finora non bastasse, Francesco Bonti è stato fra i soci fondatori della sede della Misericordia di Quarrata.

I pregi li abbiamo elencati: un difetto?

Lo zio non ha mai avuto un carattere semplice», conclude sorridendo Alberto «perché è sempre stato deciso, pronto ad agire in prima persona, basta vedere di quante cose si è interessato. Certamente il fatto di non essersi mai sposato gli ha permesso di essere sempre rivolto verso la comunità, ed oggi, che si è un po’ defilato, viene ricordato con affetto da tante persone che chiedono a noi nipoti, sue notizie».

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